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Martedì, 30 Aprile 2024
Città conquistatrice

Città conquistatrice

A cura di Fabrizio Bottini

Gentrification Pubblicitaria

Può capitare al milanese o visitatore o turista a Milano di dirigersi verso la Stazione Centrale in queste buie giornate di fine anno e notare qualche stranezza nella pur prevedibile sfilata di luminarie natalizie di vario gusto e incombenza. Perché fra tutte spicca proprio la facciata assiro-milanese della stazione stessa virtualmente addobbata di una impiallacciatura di luce viola intensa. E nella striscia più alta un attimo prima che quel viola intenso si perda dentro le tenebre del cielo metropolitano invernale campeggia la scritta "Calabria straordinaria". Una scritta "a nastro" del tipo che a volte scorre, lampeggia, scompare per lasciar posto a qualcosa d'altro, per esempio la data la temperatura l'orario o un'altra inserzione promozionale. Ma qui il cittadino visitatore che per esempio passeggia o pedala o guida lungo l'asse perpendicolare a quella facciata, che un tempo era il fascio dei binari ferroviari e oggi un canyon palazzato, aspetta invano quell'atteso passaggio dalla Calabria Straordinaria al Lava Più Biancoo Ricordatevi di Mettere le Gomme da Neve. La scritta come scolpita eternamente accanto ai cavalli alati resta lì. Per chi oltre a percorrere il canyon è intenzionato ad entrarci dentro la Stazione, attraversando il vasto piazzale, si profila poi in forma di altra piccola sorpresa la spiegazione di quella incombente cubitale scritta bianco su viola.

Perché quel piazzale di solito percorso da skaters flaneurs pendolari e qualcosafacenti non è più tale, trasformato in un luna park di paese con percorsi obbligati dall'installazione di chioschi vari tutti tematizzati appunto Calabria straordinaria. Tra cui spicca e domina al centro una caratteristica calabrese pista di pattinaggio su ghiaccio. E qui al city user medio scatta per forza qualche riflessione condizionata: che ci azzeccano tutti questi messaggi sovrapposti con il contesto comunicativo urbano? Intendiamoci: non che la magnifica Regione italiana di mari monti città e campagne che scivolano nelle spiagge non abbia per qualche ragione pieno diritto di cittadinanza anche nei canyon ferroviari milanesi e direttamente su uno dei sacri simboli della locale modernità industriale come la facciata a cavalli alati di Ulisse Stacchini. Solo che quel modo di proporre quello specifico oggetto-prodotto mediatico promozionale pare lontano mille miglia da una comunicazione urbana coerente. Anzi a ben vedere appare come una deliberata invasione di campo. Invasione spaziale perché impone in modo così massiccio su edifici piazze cieli strade sguardi qualcosa che con quel contesto c'entra poco e collateralmente. Invasione di campo più in senso lato perché quei temi – a differenza di quanto succede su media diversi dalla città – sono stabili, non scorrono, non appaiono e scompaiono sostituiti da altro.

E la vera stravaganza del proporre sotto il marchio della Calabria Straordinaria una autenticamente straordinaria pista di pattinaggio alla calabrese conferma questa aggressiva bulimia fuori luogo. La città è complessità e divenire necessariamente fatta di frammenti che la sintesi la cercano solo per trovare nuove antitesi. Nulla di più diverso dalla ricomposizione pacificata del villaggio della famiglia della semplificazione convenzionata o del pervasivo potere assoluto benevolo patri o matriarcale che sia. E invece questo genere di comunicazione pare inaccettabile perché invece di arricchire impoverisce, è un invece e non un in più. Quando di fronte alla semplificazione sociale appiattente dei piccoli borghesi che si compravano un quartiere misto restaurando le case ma soprattutto facendo restaurazione sociale la sociologa Ruth Glass parlava di Gentrification usava non per caso in prefisso quel termine Gentry. Che sta a significare micro-nobiltà rurale portatrice di modestissimi micro-valori. Che quando arrivano in massa e concentrati trascinano verso il basso la qualità del tutto uccidendo il resto. Se il medium è il messaggio, questa "comunicazione pubblicitaria urbana gentrificante» sta usando il messaggio per uccidere il medium e si ritroverà presto circondata dalle macerie che si è costruita da sola. A sua insaputa. Dilettanti «venuti giù con la piena".

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