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Lunedì, 29 Aprile 2024
Città conquistatrice

Città conquistatrice

A cura di Fabrizio Bottini

 Progetti per la sicurezza senza un Piano

Tante notizie di cronaca confermano se necessario che in assenza di un chiaro piano-programma generale di orientamento, il Laissez-Faire dei cultori del libero mercato ad ogni costo (incluso quello della vita e della morte parrebbe), con l'idea che solo la creatività individualistica finalizzata al profitto possa indurre progresso, ci porterà semplicemente a galleggiare dentro quel cugino esterofilo detto Business as Usual. Quando non c'è il piano programma di orientamento, a contenere e indirizzare piani di settore attuativi, finisce per prevalere la dialettica progetto contro progetto ovvero se la guardiamo da una angolazione meno ingenua quella tra benintenzionata innovazione e pura conservazione dell'esistente sui cui i conservatori avevano debitamente investito e riposto aspettative. Nella mobilità urbana l'ultima puntata di questa telenovela si chiama Progetto Punto Morto, che già la dice lunga. Dicesi notoriamente «dead spot», in italiano punto morto, quell'angolo di visibilità zero dei mezzi di trasporto pesanti, progettati dagli ingegneri e costruiti dalla case col classico rispetto zero di tutto ciò che sta fuori dall'intimità meccanica autoreferenziale del carapace, che i morti li va a fare tra i passanti che insomma non badano dove mettere i piedi e magari le ruote se si tratta di invadenti ciclisti.

Non potendo pretendere di sottoporre a terapia psicanalitica tutti gli ingegneri manager capomastri delle case automobilistiche, per convincerli in qualche modo della superiorità qualitativa dell'uomo rispetto alla macchina, che dovrebbe mostrare rispetto anziché viceversa, si prova con interventi a valle della filiera, di solito su iniziativa dell'ultima ruota del carro decisionale, ovvero le amministrazioni locali. Che nel caso specifico hanno individuato un progetto tecnico per rendere meno cieco quel punto cieco: un rilevatore che avverte il conducente di eventuali presenze umane, e che diventa la condizione indispensabile per circolare sulle strade urbane. Tu pullman di turisti camion movimento terra o traslochi voluminosi non entri dentro la mia circoscrizione se non rispetti quei requisiti di sicurezza. Apriti cielo: qualcuno ci ha visto la classica «interferenza indebita nel libero mercato degli investimenti stradali» presentando ricorso e trovando pure soddisfazione: una amministrazione locale non è competente per limitare in questo modo gli operatori, ci deve pensare lo Stato. Un ricorso davvero di «principio» peraltro visto che pur non irrisorio il costo di quei sensori non era così spropositato rispetto sia a quanto costano i veicoli, sia a quanto rendono nelle loro attività di trasporto. Ma tant'è: per adesso in attesa di capire cosa farà lo Stato competente tutto fermo per la sicurezza di pedoni e ciclisti a cospetto del Blind Spot.

Ma come si diceva prima ancora una volta l'errore da cui discende tutto è quello di aver focalizzato su un singolo progetto, molto mirato visibile immediato, come quel sensore, tanta dell'azione per la sicurezza stradale. Per mesi si è parlato solo di quello: la bacchetta magica che finalmente avrebbe ridotto drasticamente la quantità di morti e feriti nel traffico urbano così sbilanciato tra veicoli-carapace e umani nudi ed esposti all'aggressione cieca e impersonale delle lamiere. Certo ci sono altri progetti che proseguono, ma è appunto il presentarli uno per uno che non funziona, che dà l'idea del «tutto bloccato per via di un ricorso». Quando Bill de Blasio da poco eletto Sindaco di New York City presentò alcuni anni fa il suo Vision Zero Plan, questo conteneva quasi ovviamente anche parecchi paragrafi dedicati al Blind Spot, ma con una precisazione di metodo: non erano affatto al centro del piano-programma, parlavano soprattutto di educazione e informazione (sui media nelle scuole in corsi appositi) e non rammento neppure se ci fosse esplicitamente citato il dispositivo. Mentre tutto invece parlava di trasformazioni delle carreggiate e governo dei comportamenti cambiando lo spazio in cui si sviluppano. Insomma un piano, che non si ferma certo con un ricorso su un dettaglio. Simile a quello tutto politico del Sindaco di Hoboken, circoscrizione confinante con New York, che ha ridotto davvero a Zero le vittime.

Vedi anche: Basta sul serio incidenti stradali – La Città Conquistatrice

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