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Martedì, 30 Aprile 2024
Città conquistatrice

Città conquistatrice

A cura di Fabrizio Bottini

Quando lo diciamo chiaro che la città deve andare oltre l'epoca dell'auto privata?

Leggiamo su varie testate, col solito tono tra il trionfale e il caciarone, della geniale visione di "Tram-Dehor", dove il cliente di un bar ristorante sta in un ambiente al tempo stesso tradizionale e innovativo, statico e fluente, riposante e stimolante. Ovvero seduto dentro un dehor a forma di tram, posato sul marciapiede fuori dal locale. I normali tavolini all'aperto che, dalla piazze storiche italiane dell'aperitivo rituale, al mitico Ernesto Calindri contro il logorio della vita moderna ingurgitando infusi di carciofo in mezzo alle automobili, pare che durante la pandemia e la successiva ripresa delle attività sociali-economiche di relazione siano diventati dei veri feticci. Come ogni feticcio sono intoccabili, indiscutibili, prendere o lasciare. E quando si obietta qualcosa ci si sente rispondere a muso duro: preferivi le automobili parcheggiate sul marciapiede in divieto a questi begli oggetti di design e arredo? In realtà si preferirebbe soprattutto un altro metodo, corrispondente a una idea di città moderna, o post-moderna se piace di più, ma appunto un'idea qualsivoglia. Metodo che qui non si vede a nessun orizzonte anche se a volte sembra di intuirla.

In principio ci sarebbe il "Tactical Urbanism", quello che usando un po' maldestramente Google Translator ma magistralmente il fiuto politico, a Milano Capitale dei Tram è diventato Città dell'Urbanista Imbianchino. Una intera stagione di pennelli rulli bidoni di vernice e articoli a tutta pagina, in cui tra cinguettii di signore entusiaste o perplesse per gli accostamenti di tinte, si "contrastava l'invadenza della sosta abusiva", o più democraticamente si "coinvolgevano cittadini esercenti associazioni". A disegnare per terra forme creative geometrico-organiche intervallate da panchine, fioriere, tavolini da ping-pong. E anche qui chiedendo nel merito e nel metodo ci si sentiva rispondere a muso duro la formula di rito: preferivi le automobili parcheggiate sul marciapiede in divieto a questi begli oggetti di design e arredo? Certo che no, ma visto che alla lettera l'Urbanistica Tattica è attuativa di una Idea Strategica di Città, sarebbe interessante conoscerla, la strategia. E meglio ancora: esiste, la strategia, oppure l'uso di Google Translator ha già esaurito tutta la visione politica? Tavolini fuori da bar e ristoranti che si posano sui marciapiedi a forma di tram, arca di Noè con bestie più piccole, funghi commestibili o termici, oppure piazzette post-storiche fantastiche come set delle foto di moda finché la vernice non scolora al sole e con a pioggia. Tutto solo "invece della sosta abusiva"?

Restando al microcosmo dei tavolini da caffè fuori dal locale, nelle città in cui venivano sperimentate anni fa le prime politiche di "Parklet" (scritto apposta così per evocare sia il parco che il parcheggio a cui fungeva da alternativa) bastava andare sul sito del Comune per trovare qualche brochure o pagina dedicata o link. E scoprire una organica idea di città, al minimo sindacale una idea di quartieri, fatta di norme, procedure, standardizzazioni, scatole di montaggio fisiche e di metodo, manualistica per tecnici e cittadini, rinvio agli assessorati coinvolti. Distinguendo poi il giudizio tra quanto fosse carino il "Dehor" rettangolare coperto rispetto al modello semicircolare delimitato da aiuole a cassone. Si capisce che lì il tram è cosa troppo nuova e di importazione (o no?) per diventare oggetto di simpatiche dissertazioni vintage-stilistiche. Però in premessa e non solo in premessa era pur sempre presente il riferimento strategico: una città meno automobilistica perseguita recuperando spazi alla sosta o ai percorsi di mobilità dolce, riducendo le sezioni di carreggiata e recuperando il rapporto storico tra affacci commerciali e passaggio. Ma dove questo non si può dire per non far arrabbiare gli onnipotenti commercianti, "liberali" solo quando si fa quel che conviene a loro qui e subito, ci si attacca al tram. Fino alla prossima geniale estemporanea trovata.

Città conquistatrice - L'imbianchino Urbanista le isole di calore e altre storie

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