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Lunedì, 29 Aprile 2024
Storie

Cos’è la Brasilena, mitica bevanda calabrese sconosciuta fuori dalla Calabria

La storia della bibita nata negli anni ’30 in un piccolo emporio in provincia di Catanzaro. Caratteristica? Famosissima (e consumatissima) in regione, ma pressoché sconosciuta altrove

Tradizioni regionali e locali? In Italia ne abbiamo a non finire. In questi giorni di gran caldo e gite ricorrenti in spiaggia pensiamo un po’ meno ai fornelli e più volentieri a bicchieri ghiacciati, da riempire di bevande provenienti dal frigorifero. Nemmeno in questo caso andiamo fuori tema, perché se è vero che bar e supermercati sono fin troppo forniti di sode che arrivano da tutto il mondo, esistono ancora, pure in questo campo, “specialità” locali. Prendete la Brasilena, ad esempio, famosissima in Calabria e quasi sconosciuta altrove. Acqua frizzante e caffè: una lista di ingredienti minima, che raccontano una storia ben più lunga.

La confezione con grafica vintage della Brasilena

Cos’è la Brasilena, un’invenzione con un secolo di storia

Siamo a Monte Covello, una località del comune di Girifalco ai piedi dell’omonimo rilievo. Qui, in provincia di Catanzaro, sgorgano le acque della Fonte Madonnina, oggi imbottigliate dall’azienda Acqua Calabria. Ed è soprattutto qui che il signor Cesare Cristofaro conduce già negli Anni Trenta un piccolo emporio. Un panorama piuttosto ristretto, ma una buona dose di inventiva mista a capacità imprenditoriale, che danno la possibilità ai suoi clienti di godere di una serie di belle invenzioni.

La bottiglietta in vetro di Brasilena

A partire dagli ingredienti che già vende singolarmente, Cristofaro pensa a bibite più elaborate, come l’ARANsud e la LIMONsud; ma il vero colpo di genio arriva miscelando acqua frizzante e un’infusione di caffè tostato in casa. Tutto venduto sfuso e senza “logo”, per via di difficoltà amministrative in quell’epoca insormontabili. Nel secondo dopoguerra, però, il figlio Salvatore struttura una vera e propria azienda di imbottigliamento bevande (l’Acqua Calabria di cui sopra) per mettere in linea anche quella che in origine era chiamata semplicemente “gazzosa al caffè”. 

Una bibita tra la Calabria e il resto del mondo

Il prodotto, al quale intanto si assegna un marchio registrato, prende finalmente il nome Brasilena, per riecheggiare le origini sudamericane dei chicchi della sua ricetta (che ancora oggi, nei dettagli, rimane pressoché segreta). Dall’ampliamento dello stabilimento nel 1982 l’imbottigliamento entra a pieno regime e l’impresa, passata alla terza generazione con Cesare Cristofaro (proprio come il nonno), arriva a rifornire bar, chioschi e supermercati di tutta la regione. Con anche qualche incursione tra Puglia, Sicilia e Campania.

Brasilena in lattina

Più a Nord, invece, resta pressoché impossibile trovarla. Con qualche eccezione curiosa: la Brasilena di Acqua Calabria — nella sua bottiglietta in vetro con l’originale etichetta anni ’70, e oggi pure in lattine e bottiglie in PET — raggiunge anche Svizzera, Germania, Regno Unito e addirittura USA e Canada. Come mai? Perché non c’è expat calabrese che riesca a rinunciarci.

La Brasilena, “orgoglio calabrese”

Io e i miei corregionali siamo nati e cresciuti con la Brasilena”, fa Giusy Ferraina, direttrice del magazine gastronomico RadioFood ed esperta di comunicazione, originaria proprio di Girifalco. “Si trovava e si trova ancora dappertutto: nei frigoriferi di casa e al bar. Se vai a far visita a qualcuno, a seconda dell’ora, ti offrono un caffè oppure una Brasilena fresca. Altro che Coca Cola”. Fresca, però, non significa necessariamente estiva.

La Brasilena su una spiagga calabrese

Niente affatto. Parliamo di una bevanda presente in tutte le stagioni, specie nella provincia di Catanzaro. D’estate è ancora più piacevole e può sostituire un classico caffè freddo, ma non ci si rinuncia nemmeno in altri periodi. Se si riuscisse a lavorare un po’ di più sulla comunicazione e il marketing sarebbe un prodotto capace di competere con tanti altri brand di soft drink”. La ricorda anche Maria Anna Alvarenz, oggi professionista a Roma ma nata in Basilicata e studentessa in Calabria: "Si beve anche per darsi un po' di carica durante le sessioni di esami. Una specie di alternativa alla Red Bull! E poi è immancabile sulla strada del ritorno dal mare. Fermarsi per una Brasilena fresca è un vero e proprio rito". Come dicevamo, però, quello della Brasilena resta un mercato perlopiù calabrese. Chiosa Ferraina: “Poi però ci sono i turisti, che vengono qui in vacanza e se ne portano via grandi scorte. Chissà, magari anche grazie a loro la nostra bibita regionale avrà un futuro globale”.

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