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Martedì, 30 Aprile 2024
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Chinotto. Soft drink italiano dall'origine misteriosa che fece concorrenza alla cola

Dagli aromi di un agrume che cresce bene in Italia è nato il Chinotto, una bevanda analcolica che ha tenuto banco (e tiene anche oggi testa) ai giganti dell'industria dei soft drink

L’archeologia gastronomica italiana è piena di relitti di prodotti che hanno fatto il loro corso (poco tempo fa li avevamo raccolti in un articolo con video) ma anche di altri che ritornano con il tempo. È il caso per esempio del Winner Taco, il gelato biscotto a triangolo dell’Algida, che era uscito dalla produzione per poi essere riproposto in commercio dopo anni, ma è anche il caso della Cedrata, una delle tante bevande analcoliche italiane, il cui mercato fu completamente rivoluzionato dall’avvento dei prodotti gasati della grande industria o dalla concorrenza aggressiva degli alcolici, vino in testa soprattutto nel nostro paese. 

Il mistero dell’origine del Chinotto 

Tra tutte le bevande che hanno fatto le storie dei bar italiani di provincia, degli stabilimenti, delle estati italiane, delle merende di adulti e infanti, ce n’è una che ha precorso questo fenomeno e, da alcuni anni, sta ritornando con prepotenza sulla cresta dell’onda. Anche se, bisogna anticiparlo, nessuno sa con certezza da dove sia spuntata fuori. Le origini sono accreditate a diversi paesi e aziende: chi parla della San Pellegrino, una delle più grandi aziende di bibite imbottigliate in Italia, che fa risalire il suo Chinò addirittura al 1958, chi parla dell’azienda Neri nell’Alto Lazio, chi invece cita lo stabilimento Recoaro di Milano. Quello che si sa con buona probabilità è che intorno alla metà del ‘900 il Chinotto era diffuso e conosciuto, sebbene diverso nella forma, probabilmente anche nel gusto, da quello che conosciamo oggi. 

Che cos’è il Chinotto, spiegato bene 

Per fare il chinotto, banalmente, ci vuole un frutto. Precisamente ci vuole il Citrus myrtifolia, un agrume abbastanza diffuso in Italia, la cui provenienza è, anche lei, piuttosto incerta (probabilmente la Cina, come suggerisce il nome) e che viene assimilato spesso all’arancia amara. Si può coltivare anche in serra e i frutti arrivano da piante di dimensioni contenute, massimo 3 metri, molto graziose, da utilizzare anche come piante ornamentali. Fa diverse fioriture e il suo succo viene utilizzato, addizionato con lo zucchero e con le bollicine, per creare il Chinotto in bottiglia.

Differenze tra Chinotto e Cola e Presidio Slow Food 

Il Chinotto ricorda nell’aspetto, e anche un po’ nel gusto, il gigante con cui concorre almeno in Italia (ma attenzione che il Chinotto viene commercializzato anche all’estero): ovvero la Coca Cola. Non tutti sanno però che il nome “cola” indica in realtà una bevanda piuttosto generica che fa riferimento, ancora una volta, a una pianta omonima dalla cui estrazione possono essere ricavati degli aromi per le bevande. I frutti infatti contengono la caffeina. Insomma si può considerare il Chinotto una cola? No, le due cose si assomigliano per il sapore ma vengono da materie prime diverse. Tra i frutti dei chinotti italiani rientra anche un Presidio Slow Food, il chinotto di Savona, che si coltiva in un territorio compreso tra l’area di Varazze e Pietra Ligure e che finisce nel famoso Chinotto di Lurisia. 

Il Chinotto oggi 

A differenza di quello che si potrebbe pensare, il Chinotto non è sopravvissuto come prodotto di nicchia in aziende specializzate, come la spuma. Tutt’altro: la San Pellegrino che lo rivendica come una sua creazione, produce ancora un Chinotto molto diffuso, abbiamo accennato a Lurisia ad esempio e poi c’è anche il caso di Paoletti a cui è attribuita l’invenzione della spuma bianca, oppure il Chinotto di Neri. Su Internet si trovano molti consigli per fare il Chinotto a casa, segno di una bevanda diffusa anche in ambiente casalingo. Tra le produzioni di “piccola taglia” c’è l’Hotty Chinotto di Birra Carru, il Chinotto di Polara fatto con estratto naturale di frutto di chinotto di Sicilia, la Galvanina fatta con chinotto calabro e una bellissima bottiglia di vetro con le scritte in rilievo, il Chinotto Tomarchio fatto sia in confezione speciale che in plastica, sia classico che “zero”, il Chinotto Cortese di Bevande Futuriste fatte con aroma di frutto di chinotto ligure, o il Chinotto Bona che viene dalla Sicilia. E per dare una sferzata di gusto (molto più tendente all’amaro delle cole che girano in commercio) si può usare anche per fare i cocktail: per esempio nel Negroni o nell’Americano.

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