Perché stanno aprendo tutte queste nuove rosticcerie?
Proprio sulle pagine di questo giornale appena nato, ci interrogavamo sulla nascita e la decadenza delle rosticcerie. Nel nostro articolo (che potete leggere qui) Livia Montagnoli ripercorreva la storia di un fenomeno molto italiano, che anticipò tante tendenze e che ha segnato alcuni passi salienti della società dei consumi, interpretando per esempio la necessità di avere pasti pronti, cucinati quasi come se si fosse a casa, da portare via e condividere con la famiglia dopo una giornata di lavoro. Luogo di destinazione un po’ working class, un po’ borghese, a seconda del prezzo, del posizionamento, della qualità degli ingredienti, le rosticcerie hanno finito però per dileguarsi, se non tutte certamente alcune, quando il loro ruolo è stato assunto dagli altri e quando si è deciso di mollare la cena riscaldata a casa per quella preparata direttamente al ristorante. Così da non sporcare neppure una pentola, da non lavare nemmeno un bicchiere.
Rosticceria vs Ristorante: chi vincerà?
Quello che è successo tra il 2023 e il 2024 ha, un pochino, dello straordinario. Se alcuni imprenditori non hanno mai smesso di credere in questo formato, sono ancora tanti oggi quelli che hanno deciso di investirci da zero. E sebbene ci sia un po’ di rosticceria ovunque, dai supermercati alle pizze al taglio, dai banchi delle gastronomie fino alle pasticcerie e ai bar, nuovi luoghi hanno cominciato a proporsi con questa formula. Tra quelli più eclatanti, sicuramente la rinascita dello storico Franchi, la gastronomia più famosa di Roma, nella veste di Gabrini. Un luogo che per i romani, di quartiere ma anche no, aveva rappresentato così tanto, torna a rivivere per mano della famiglia Castroni e si evolve in una nuova direzione: novità del 2024 è che, adesso, in rosticceria si cena anche. Insomma l’ultima evoluzione non è che la rosticceria sparisca per mano dei ristoranti, ma si fonda in una formula ibrida che è sia l’una che l’altra cosa.
Le rosticcerie sono in rilancio ovunque
Ancora: nascono rosticcerie in un formato nuovo, per esempio sotto forma di cibo vegetale, fresco da portare a casa, nello stesso luogo dove le verdure si comprano, come hanno fatto i due proprietari di Foodie Fresh Market a Roma. La sfida poi di dare nuovo lustro a nomi e marchi che hanno fatto la storia dei quartieri, attrae sempre più persone. Lo dimostra ad esempio il caso della rosticceria Palazzi di Milano, che è ritornata agli antichi splendori grazie all’operato di un dream team di investitori. Ci scommettono anche i giovani, di cui tutti si riempiono la bocca, sulla rosticceria del futuro: è il caso di Ruspantino a Roma, creato da Davide Di Leo, in senso molto più tradizionalista di tanti altri, con polli, patate e piatti del comfort da portare a casa. E alle grandi città guardano anche realtà più piccole, come Erre Rosticceria a Monza.
È un fenomeno piccolo sì, non mainstream come quello delle pizzerie (che a Roma è una specie di tsunami, più che un’ondata) ma comunque consistente e significativo. Anzi, siamo pronti a scommettere che sia solo l’inizio, visto che si tratta di una tipologia di offerta che ha un senso profondo e radicato nelle necessità di tutti i giorni, soprattutto se sa garantire il giusto livello di qualità (tasto su cui spesso si peccava, nelle rosticcerie del passato), qualità superiore a quella della cucina di casa, ma con lo stesso gusto e con lo stesso charme.