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Sabato, 27 Aprile 2024
Città Reggio Calabria

"Lavoro in cambio del voto": arrestato consigliere regionale

Accuse pesanti per Antonio Rappoccio, esponente della maggioranza di centrodestra: associazione per delinquere, corruzione elettorale aggravata, truffa e peculato

REGGIO CALABRIA - Il consigliere regionale della Calabria in quota "Gruppo insieme per la Calabria-Scopelliti presidente" Antonio Rappoccio è stato arrestato questa mattina dalla guardia di finanza di Reggio Calabria su ordine del Gip che ha accolto la richiesta della procura generale reggina.

La procura generale, infatti, nello scorso mese di giugno, aveva avocato a sé le indagini della procura della repubblica disponendo tra l'altro una serie di perquisizioni a carico di altre 5 persone, tutte vicine al consigliere regionale arrestato questa mattina. A Rappoccio vengono contestati i reati di associazione per delinquere, corruzione elettorale aggravata, truffa e peculato.

LE ACCUSE - Secondo l'accusa, Rappoccio avrebbe promosso e ideato un meccanismo fraudolento per essere eletto in occasione del rinnovo del Consiglio regionale del 2010, nonché per tentare di fare eleggere al Consiglio comunale di Reggio Calabria, Elisa Campolo, la quale non è risultata eletta. Sempre secondo l'accusa il politico, in concorso con altri, con la costituzione della societa "Sud Energia" e l'invio di lettere con le quali si comunicava falsamente l'imminente assunzione a tempo indeterminato, avrebbe indotto in errore un gran numero di elettori cui veniva promesso un posto di lavoro, in cambio del voto a Elisa Campolo.

L'accusa di truffa, per la Procura Generale, deriva dalla circostanza che Rappoccio, insieme agli altri indagati, avrebbe indotto circa 850 persone a iscriversi, versando 15 euro, alla cooperativa Alicante e a partecipare, dietro il pagamento di 20 euro, a un concorso "superando il quale - a dire secondo l'accusa del Rappoccio e degli indagati - avrebbero avuto concrete possibilita di lavoro". Viene contestato anche il reato di peculato percée le telefonate effettuate per contattare coloro cui veniva prospettato un posto di lavoro sono state effettuate dagli apparecchi telefonici del palazzo comunale di Reggio Calabria, presso la sede del gruppo Pri. In un'altra inchiesta, avviata dalla procura della Repubblica, lo stesso Rappoccio era stato rinviato a giudizio insieme ad altre 17 persone per il reato di corruzione elettorale semplice.
 

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