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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Due casi di Meningite a Roma: morto un 50enne, ricoverata una 14enne

Nel pomeriggio del 2 gennaio il decesso del paziente ricoverato lo scorso 31 dicembre. Nelle stesse ore la conferma: la ragazza ricoverata il 1° gennaio è risultata positiva: ancora da capire il tipo di meningococco. In ogni caso "nessun allarme"

ROMA - E' morto nel pomeriggio di ieri il 50enne originario di Alatri, in provincia di Frosinone, ricoverato in gravi condizioni al policlinico Umberto I° di Roma il 31 dicembre scorso. L'uomo, febbricitante da diversi giorni, era affetto da meningite da pneumococco, una forma non contagiosa. Sottoposti a profilassi familiari e amici che sono stati a stretto contatto con lui, anche se non ci sarebbero rischi di contagio.

LA 14ENNE RICOVERATA - E' ancora ricoverata, in condizioni stabili, la ragazza di 14 anni di Palestrina portata al pronto soccorso nel pomeriggio di San Silvestro e da lì trasferita nell'ospedale Umberto I di viale Regina Margherita, lo stesso dov'era ricoverato il ristoratore 49enne di Alatri. Il direttore del dipartimento di Medicina interna e malattie infettive Vincenzo Vullo ha parlato all'agenzia Ansa. Sul sito dell'agenzia si legge che la meningite sarebbe causata da meningococco, ma "è in corso di tipizzazione", cioè bisogna ancora chiarire con certezza il tipo di meningococco che ne è all'origine. "Alla ragazza - conclude Vullo - sono stati somministrati farmaci, e le sue condizioni sono già migliorate". Tutti i familiari stanno facendo la profilassi.

LA SITUAZIONE NEL LAZIO - Alla luce degli ultimi casi, la Regione Lazio ha confermato l'avvio, già dalla seconda metà di dicembre 2016, di un monitoraggio delle meningiti affidato al Gruppo tecnico Scientifico della Rete di malattie infettive (Ippolito-Spallanzani, Di Lallo-Regione Lazio, Cauda-Cattolica, Vullo-Sapienza) integrato dal Professor Villari dell'Università La Sapienza. Nella riunione tenutasi ieri, si legge in una nota diffusa dalla Regione, il gruppo di monitoraggio ha preso atto dei dati aggiornati prodotti dal Servizio regionale di epidemiologia, sorveglianza e controllo per le malattie infettive (Seresmi) dal quale non si rilevano nel 2016 "incrementi di casi di meningite rispetto al periodo precedente (2001-2015)".

NESSUN ALLARME - Nonostante l'apparente boom di ricoveri e di decessi nelle ultime ore, non c'è in realtà nessuna situazione di allarme. A ribadirlo è il direttore del Dipartimento Malattie Infettive dell’Istituto superiore di sanità (Iss), Gianni Rezza: "Ogni anno nel nostro Paese si registrano in media circa mille casi di infezione da meningite" e i numeri sono assolutamente nella norma. "L'unica forma per contrastare i rischi di un contagio è la vaccinazione, sola arma per prevenire o attenuare le conseguenze della malattia".

LA SITUAZIONE IN TOSCANA - L'unica situazione a preoccupare, ma anche qui nessun allarme, è quella della Toscana "dove c’è stato un aumento di casi per uno stesso ceppo virulento di meningococco C". Bisogna pertanto distinguere: "Quella toscana è una situazione che va seguita, ma per il resto - spiega il dottor Rezza - tutto rientra purtroppo nella normalità, ed a questo punto è più che mai importante mantenere alta la copertura vaccinale".   

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