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Domenica, 28 Aprile 2024
Città Milano

La banda che ruba e rivende batterie degli scooter elettrici: 700 colpi in due anni

Dodici pregiudicati sono stati arrestati. I furti messi a segno anche durante il lockdown. Ingente il giro d'affari: ogni pezzo vale circa 100 euro

Un gruppo ben organizzato prendeva di mira gli scooter elettrici in sharing di Cityscoot, rubava le batterie e le rivendeva. La polizia di Milano lo ha scoperto e ha arrestato 12 italiani pregiudicati, che ora dovranno rispondere di associazione a delinquere, furto, ricettazione e riciclaggio. Le indagini sono durate un anno e hanno portato a perquisizioni nei confronti di 19 persone.

Il giro d'affari era alto. Contenendo ioni al litio, sono oggetti molto costosi e ogni moto ne contiene ben 10. Il mercato su cui venderle, poi, è vastissimo, visto che le batterie possono essere usate anche per bici, monopattini e scooter di varie marche.

Venti secondi per un furto

Il lavoro degli investigatori è partito dopo che i titolari di Cityscoot hanno presentato un esposto in Procura segnalando l'impennata di furti subita, causa di un drastico calo dei noleggi e di un danno d'immagine (perché i clienti che li affittavano spesso li trovavano non funzionanti). Settecento in totale i colpi di cui sarebbero responsabili gli indagati, avvenuti tra il 2019 e il 2021. I primi 20 registrati all'inizio del 2019; nel 2020 erano diventati oltre 300; e nel biennio 2020-21, 600. Le zone che ne hanno registrato un alto numero sono Niguarda, viale Monza, Fulvio Testi, Baggio, Forze Armate e viale Sarca, dove alcuni dei ladri abitano. Qui i colpi sono stati particolarmenti frequenti nel periodo del lockdown, quando i motorini erano fermi. Il costo di ogni batteria si aggira intorno ai mille euro.

Per risalire agli autori dei furti - che avvenivano in appena 20 secondi - i poliziotti hanno prima cercato di geolocalizzarli per poi concentrarsi su alcune aree dove hanno visionato le immagini delle telecamere di videosorveglianza. Da qui sono stati individuati i primi sospettati e il passo successivo è stato risalire all'intera associazione. 

L'organizzazione della banda

Il gruppo aveva una struttura articolata con ruoli precisi: alcuni dei membri rubavano materialmente le batterie, altri le stoccavano, altri ancora si occupano di spedirle e, infine, c'erano i ricettatori finali, titolari di piccoli negozi che rigeneravano batterie e le vendevano come nuove. Tra questi ultimi, che spesso contattavano direttamente i ladri, due sono di Milano e gli altri di Cerignola, Benevento e Rovigo. Le batterie venivano vendute ai ricettatori a 100 euro; mentre gli autori materiali del furto prendevano 20/30 euro a colpo.

Dell'organizzazione facevano parte anche due donne, entrambe finite agli arresti (insieme al fratello di una delle due, un 21enne); i capi, invece, erano un 32enne e un 34enne con precedenti per reati contro il patrimonio e per droga. Nel corso delle indagini alcuni dei componenti della banda erano stati arrestati in flagranza; questo però non aveva fatto cessare i furti. Durante le perquisizioni domiciliari sono state anche recuperate alcune batterie.

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