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Sabato, 27 Aprile 2024
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Tassista violentata a Roma, c'è la confessione: "Sì, sono stato io"

Finita la caccia all'uomo nella capitale, dove si cercava il responsabile della violenza sessuale ai danni di una tassista. Era stato diffuso anche un identikit. L'uomo ha confessato: "Ho avuto un raptus"

ROMA - Ha confessato il trentenne romano fermato per lo stupro della tassista romana avvenuto venerdì mattina in una strada periferica della capitale. Al momento i reati ipotizzati sono quelli di violenza sessuale, rapina e lesioni. 

Il 30enne, Simone Borgese, era stato fermato dopo che le forze dell'ordine avevano diffuso un suo identikit, realizzato grazie al racconto della vittima. La sua, come ricostruisce RomaToday, è stata "una confessione piena e dettagliata". La sua fuga è durata poco più di 48 ore.

L'IDENTIKIT E IL FERMO - Determinante per le indagini è stato l'identikit diffuso sabato pomeriggio. Borgese è stato infatti individuato grazie all'aiuto di un altro tassista che aveva riconosciuto nell'identikit reso noto dalla Questura un passeggero che poi pochi giorni fa aveva accompagnato nella stessa zona di Piana del Sole, a sud di Roma, dove è avvenuta la violenza. Qui viveva il nonno di Borgese. Giunti in zona, il 30enne ha spiegato di non avere i soldi per pagare la corsa. Come garanzia del futuro pagamento, aveva fornito il numero del suo cellulare. Numero su cui gli inquirenti hanno fatto verifiche risalendo all'identità di Borgese, individuato grazie alle celle telefoniche.

LA CONFESSIONE - Portato in Questura è apparso sin da subito molto nervoso. Inizialmente non ha ammesso le sue colpe. La polizia, però, forte del riconoscimento da parte della vittima, ha continuato nell'interrogatorio. Dopo un'ora Borgese ha confessato tutto. Quattro ore di racconto, sin nei minimi dettagli. Tutto ha inizio alle sette di venerdì. Borgese ha raccontato che la sua intenzione era quella di prendere un autobus nei pressi dell'hotel Ergife. Il bus non passa. Lui, spazientito, ferma un taxi. A guidarlo una 43enne. Ordina il tragitto verso Piana del Sole. Giunti sul posto però chiede alla donna di proseguire verso una stradina sterrata. Qui, spiega Borgese, "ho avuto un raptus e l'ho aggredita". Con la scusa di controllare il tassametro, passa davanti e minaccia la donna. Le impone il rapporto orale e poi la rapina. Quindi la fuga. Alle 8.30 la donna segnala lo stupro. Da allora è storia nota. La caccia all'uomo, gli elicotteri che si levano in cielo e l'identikit che fa il giro d'Italia grazie al tam tam del web. Quindi il fermo e l'arresto. Ora si trova nel carcere di Regina Coeli. (da RomaToday)

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