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Venerdì, 26 Aprile 2024
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In carcere per omicidio, dentro confessa un altro delitto

Susanna Lazzarini, già rea confessa di un omicidio, ha detto di aver ucciso nel 2012 Lida Taffi Pamio: in carcere era finita una vicina di casa

VENEZIA - Susanna Lazzarini, la donna che ha confessato lo strangolamento a Mestre a fine dicembre di un’anziana, Francesca Vianello, ha ammesso di aver compiuto un secondo delitto.

La donna, come riferisce la squadra mobile di Venezia, ha infatti detto di aver ucciso nel 2012 un’altra persona, Lida Taffi Pamio, circostanza che aveva portato in carcere con condanna in primo grado di 24 anni un'infermiera sua vicina di casa, Monica Busetto, che si è sempre proclamata innocente.

Dopo l’omicidio Vianello, il dna di Susanna Lazzarini è entrato nella banca dati della Polizia scientifica: è saltato così fuori che era perfettamente coincidente con una traccia di sangue di “ignoti” ritrovata sulla scena del delitto Pamio. Nella notte tra il 24 e il 25 febbraio, un lungo interrogatorio davanti alla pm Lucia d’Alessandro (che aveva seguito l’omicidio Pamio) si è concluso con la piena confessione dell’omicidio.

Come riporta VeneziaToday, nell’appartamento della Busetto venne trovata una collanina della vittima, con tracce epiteliali della donna. Quella fu la prova “regina” del processo. Ora tutto è stato scompaginato dalle parole di Susanna Lazzarini. “Stiamo andando a prendere la nostra assistita – dichiara il suo avvocato difensore, Alessandro Doglioni, con il collega Stefano Busetto – Uscirà dalla Giudecca. Abbiamo ricevuto comunicazioni ufficiali da poco”.

L’infermiera, come deciso dalla Corte d’Assise d’appello, sarà sottoposta all’obbligo di dimora nel Comune di Venezia, finché le indagini non faranno luce sulla vicenda. La svolta nel momento in cui il dna di Susanna Lazzarini è entrato nella banca dati della polizia scientifica: è risultato  coincidente con una traccia di sangue lasciata nell’appartamento di Lida Taffi Pamio. A quel punto la Lazzarini è stata interrogata nella notte tra il 24 e 25 febbraio, una settimana fa. Un interrogatorio fiume, al termine del quale la donna, detta “Milly”, ha reso la sua confessione. Le indagini, però, continuano.

I particolari del caso su VeneziaToday

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