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Domenica, 28 Aprile 2024
L'indagine / Tunisia

Così ci hanno rispedito 120mila tonnellate di rifiuti che volevamo smaltire illegalmente in Tunisia

L'inchiesta era scattata nel 2020, quando dal porto di Salerno partirono alla volta della Tunisia diversi carichi di rifiuti speciali stoccati come plastiche. In manette sono finiti stamattina diversi imprenditori del settore rifiuti e un funzionario della Regione Campania, mentre un dirigente regionale è indagato a piede libero

Un traffico illegale di rifiuti speciali tra Italia e Tunisia. È quanto emerso a seguito di un'indagine coordinata dalla Procura di Potenza. Dalle prime ore della mattina del 29 febbraio, circa 80 militari del gruppo carabinieri per la tutela ambientale e la sicurezza energetica di Napoli e personale della Dia-Direzione investigativa antimafia sono stati impegnati a eseguire misure cautelari personali e patrimoniali nelle province di Napoli, Salerno, Potenza e Catanzaro. Nell'ambito dell'operazione sono state eseguite 16 misure cautelari. Sotto sigilli sono finiti beni strumentali di almeno tre aziende che si occupano dello stoccaggio di rifiuti. 

Coinvolto anche un funzionario della Regione Campania

L'inchiesta era scattata nel 2020, quando dal porto di Salerno partirono alla volta della Tunisia diversi carichi di rifiuti speciali stoccati come plastiche. Una parte di quel carico fu incendiato non appena giunto in Africa e causò uno scandalo in Tunisia che costò l'arresto all'allora ministro dell'Ambiente tunisino, condannato per questa vicenda. Le indagini erano partite da Polla, in provincia di Salerno, e poi si sono estese fino ai vertici della Regione Campania. In manette sono finiti stamattina diversi imprenditori del settore rifiuti e un funzionario della Regione Campania, mentre un dirigente regionale è indagato a piede libero. A carico del funzionario della Regione, e indagini hanno accertato "omissioni e condotte ritenute, a livello di gravità indiziaria, un consapevole contributo all'illecito traffico di rifiuti".

Nell'inchiesta sono coinvolti anche intermediari, imprenditori, titolari di aziende di trattamento-recupero, società di intermediazione e funzionari pubblici. I reati ipotizzati sono quelli di traffico illecito di rifiuti, fittizia intermediazione di beni, gestione illecita di rifiuti e realizzazione di discarica abusiva e frode nelle pubbliche forniture. In sostanza, il traffico di rifiuti aveva come esito finale l'incendio dei rifiuti o il loro abbandono o interramento in Africa.

Un sistema collaudato

L'attività è nata dopo la firma di un contratto firmato il 30 settembre 2019, a Polla (Salerno), tra un società campana e un tunisina per il trasporto in Africa di 120 mila tonnellate di rifiuti. Nell'intesa erano coinvolte anche due ditte di intermediazione, una con sede a Soverato, in provincia di Catanzaro, e l'altra in Tunisia. Così è iniziato così il trasferimento, via nave attraverso il porto di Salerno. La loro attività è stata poi scoperta da un'emittente televisiva tunisina che con un reportage ha raccontato l'importazione illecita dei rifiuti: il lavoro giornalistico aveva portato prima a un'inchiesta con alcuni arresti, poi al blocco dei rifiuti stessi. In Italia, le indagini dei Carabinieri hanno scoperto "un complesso sistema attraverso cui è stato organizzato un ingente traffico illecito di rifiuti reso possibile, tra l'altro, dalla concessione di due autorizzazioni" rilasciate da un ufficio di Salerno della Regione Campania (in relazione ai quali sono indagati i due funzionari regionali).

L'impianto tunisino che ricevette le quasi ottomila tonnellate di rifiuti fu interessato da un incendio che ne distrusse "buona parte". In base a un accordo di cooperazione fra Tunisia e Regione Campania i container pieni di rifiuti sono stati ritrasferiti in Italia: i consulenti che li hanno esaminati hanno accertato "la non corrispondenza della qualità dei rifiuti in sequestro al codice di riferimento dichiarato dall'esportatore".

La soddisfazione del ministro dell'Ambiente

Soddisfatto il ministro dell'Ambiente Gilberto Pichetto, per l'esito dell'indagine. "Il mio plauso a quanti hanno permesso di portare a termine l'operazione, sviluppata su più province, che ha individuato uno scenario di traffico illecito di rifiuti tra Italia e Tunisia: il quadro che emerge dall'articolata attività investigativa condotta deve interrogarci su un business silenzioso che, senza il dovuto controllo di parti della pubblica amministrazione, scarica problemi e rischi ambientali su Paesi terzi", ha affermato il ministro esprimendo gratitudine ai Carabinieri per la tutela ambientale e la sicurezza energetica di Napoli, alla Procura distrettuale di Potenza e alla Polizia Giudiziaria per l'importante risultato.

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