rotate-mobile
Domenica, 28 Aprile 2024
La condanna / Catania

Agata Scuto scomparsa da 12 anni, ergastolo al compagno della madre: "Uccisa perché incinta"

La sentenza del tribunale di Catania: il 63enne Rosario Palermo avrebbe ucciso la 22enne, con cui aveva una relazione segreta, per evitare che si venisse a sapere della gravidanza

Il 63enne Rosario Palermo è stato condannato all'ergastolo dai giudici della terza Corte d'assise di Catania, per l'omicidio e l'occultamento del cadavere di Agata Scuto, la 22enne figlia della sua allora compagna, scomparsa il 4 giugno del 2012 da Acireale. Secondo l'accusa, l'uomo avrebbe ucciso la giovane, con cui aveva una relazione segreta, per evitare che si venisse a sapere che era rimasta incinta. La sentenza accoglie totalmente le richieste del pm Francesco Puleio: i giudici hanno disposto anche l'isolamento diurno per un anno e il risarcimento alle parti civili da quantificare in separata sede. Assolta invece l'ex convivente dell'uomo accusata invece di favoreggiamento.

L'omicidio di Agata Scuto

Rosario Palermo è stato arrestato due anni fa, il 17 gennaio del 2022. Secondo l'accusa avrebbe strangolato la giovane vittima per poi dare alle fiamme il cadavere, il tutto all'interno di un casolare nelle campagne di Pachino, in provincia di Siracusa. Il corpo della giovane donna, malgrado le ricerche dei carabinieri che indagano sul caso, non è stato mai trovato. L'input alle indagini sul 'cold case' è arrivato, nel 2020, da una segnalazione anonima alla trasmissione 'Chi l'ha visto?' su Raitre sulla presenza del corpo della giovane nascosto nella cantina della casa della madre. Una pista rivelatasi poi falsa, ma che fece accendere i riflettori sul caso, con i carabinieri che eseguirono ispezioni e controlli nei locali e nei terreni della zona.

Le attenzioni degli investigatori si sono concentrate su Rosario Palermo, che ha poi spiegato alla procura di Catania del "rapporto particolare che egli aveva instaurato nell'ultimo periodo con la ragazza" che "non usciva mai di casa da sola e non aveva rapporti con altre persone". L'uomo avrebbe inizialmente fornito delle informazioni false agli inquirenti in merito agli spostamenti effettuati il giorno della scomparsa delle 22enne. Il 63enne avrebbe anche cercato di farsi fornire un falso alibi da un testimone, che lo ha contraddetto sulla tempistica, collocando la gita sull'Etna nel 2014 e non nel 2012. Avrebbe anche nascosto una sbarra di ferro per spiegare la ferita che aveva alla gamba il giorno della scomparsa di Agata Scuto.

L'uomo è stato accusato anche di aver inquinato le prove e di aver sviato le indagini sostenendo di avere visto la giovane il pomeriggio della scomparsa e alcuni giorni dopo ad Acireale assieme a una persona e che aveva detto di "volere essere lasciata in pace". Per questo la famiglia aveva poi ritirato la denuncia. Anche perché la madre, lo stesso giorno, ha ricevuto la telefonata della figlia che le ha detto di "non cercarla". Un piano di depistaggio poi smascherato dagli investigatori.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Agata Scuto scomparsa da 12 anni, ergastolo al compagno della madre: "Uccisa perché incinta"

Today è in caricamento