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Domenica, 28 Aprile 2024
Il caso / Turchia

"Angela Celentano è in Turchia, un uomo l'ha rapita e la spaccia per sua figlia"

Il giudice delle indagini preliminari chiede di indagare ancora sulla bambina scomparsa nel 1996 durante una gita con la famiglia sul monte Faito (Napoli). Ci sarebbero alcuni dubbi da fugare sulla cosiddetta "pista turca" aperta nel 2009: sarebbe stato interrogato l'uomo sbagliato

C'è un nuovo possibile colpo di scena sulla scomparsa di Angela Celentano, la bambina di cui si sono perse le tracce sul monte Faito, nel Napoletano, il 10 agosto del 1996. Il giudice delle indagini preliminari di Napoli, Federica Colucci, ha deciso di rigettare la richiesta di archiviazione presentata della procura in relazione a un'attività investigativa della direzione distrettuale antimafia sulla cosiddetta "pista turca". Si tratta di un'indagine avviata nel 2009 a seguito dell'iniziativa privata di una signora di nome Vincenza Trentinella, la quale riferì di avere avuto informazioni confidenziali sulla sorte della piccola da un prete che a sua volta le seppe in confessionale.

"Non eravamo al corrente di questa indagine", ha dichiarato l'avvocato Luigi Ferrandino che ha avvertito subito la famiglia Celentano. "La speranza è sempre viva e ci auguriamo che questa nuova inchiesta possa darci notizie certe su Angela", ha aggiunto il legale, commentando la notizia riportata dal Corriere della Sera.

La donna che fece aprire le indagini si chiama Vincenza Trentinella e non ha nessun legame di parentela né di amicizia con la famiglia Celentano. Secondo la sua versione, a seguito di una verifica fatta andando direttamente in Turchia, Angela sarebbe stata rapita e vivrebbe sull'isolotto di Buyukada con una persona che crede sia suo padre. E di quest'uomo (che ha una cicatrice sul collo) avrebbe anche fornito una foto scattata dopo averlo incontrato in uno studio di un veterinario.

Secondo il giudice ci sono ancora dubbi da fugare e quindi è necessario prorogare le indagini per altri sei mesi soprattutto sul presunto padre turco di Angela, che si chiamerebbe Fahfi Bey. I magistrati italiani, recatisi sull'isolotto, avrebbero interrogato un uomo che in realtà non sarebbe il presunto padre turco di Angela ma il veterinario, titolare del numero di telefono fornito da Vincenza Trentinella, il quale ha riferito agli investigatori di non conoscere la donna.

In sostanza, secondo il giudice potrebbe essere stata ascoltata la persona sbagliata, e quindi le indagini non possono dirsi concluse.

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