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Domenica, 28 Aprile 2024
Colpo alla mafia

Maria Licciardi, la donna arrestata con l'accusa di essere il capo di un clan di Camorra

E' indagata per associazione di tipo mafioso, estorsione, ricettazione di somme di denaro di provenienza illecita e turbativa del regolare svolgimento di un’asta giudiziaria, reati aggravati dalle modalità mafiose

Arrestata Maria Licciardi. Sorella del fondatore dell'omonimo clan Gennaro, deceduto nel 1994, è ritenuta dagli inquirenti il vertice del sodalizio criminale con base a Secondigliano. A eseguire il fermo i carabinieri del Ros. Maria Licciardi è indagata per associazione di tipo mafioso, estorsione, ricettazione di somme di denaro di provenienza illecita e turbativa del regolare svolgimento di un’asta giudiziaria, reati aggravati dalle modalità mafiose.

Secondo l’indagine diretta dalla Procura di Napoli, la donna, fin dalla sua ultima scarcerazione, risalente al dicembre 2009, avrebbe progressivamente assunto la direzione della consorteria, gestendo le attività illecite attraverso disposizioni impartite, anche durante incontri e summit riservati ad affiliati con ruoli apicali e ai capizona ai quali erano affidate porzioni dell’area di influenza dell’organizzazione.

Come riporta anche NapoliToday, oltre ai rapporti con esponenti dei clan Contini, Vanella Grassi, Di Lauro e Polverino, la magistratura ha registrato strette relazioni con il clan Mallardo. Gli inquirenti hanno appurato anche che l’indagata provvedeva al sostegno delle famiglie degli affiliati detenuti.

Sono state riscontrate condotte di natura estorsiva tra cui l’intervento in occasione di un’asta giudiziaria riguardante la vendita di alcuni immobili ubicati a Secondigliano e le minacce rivolte dalla Licciardi nei confronti una donna ritenuta responsabile di aver sottratto un’ingente somma di danaro alla famiglia mafiosa.

L’attività d’indagine, eseguita dal Reparto anticrimine del Ros di Napoli, resa particolarmente difficoltosa delle continue bonifiche degli ambienti e dei mezzi in uso all’organizzazione, ha documentato il capillare controllo del territorio, ottenuto grazie al massiccio impiego di sentinelle, che consentiva alla donna di allontanarsi dall’area in caso di anomale presenze delle forze di polizia.

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