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Domenica, 28 Aprile 2024
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Scampò al terremoto di San Giuliano: quel bimbo è diventato geologo

Dino Di Renzo è sopravvissuto al crollo della scuola Jovine di San Giuliano di Puglia, distrutta dal terremoto dell'ottobre 2002. Ora ha fatto un'importante scelta di vita: "Voglio difendere il territorio per difendere i cittadini"

ROMA - Era il 31 ottobre del 2002 quando Dino Di Renzo rimase intrappolato più di sei ore sotto le macerie della scuola Jovine di San Giuliano di Puglia, in provincia di Campobasso.

Dino ha visto morire i suoi compagni - persero la vita 27 bambini - e la maestra. Di quella terribile mattina ricorda il boato, il buio e la paura. "Avevo dieci anni e frequentavo la quinta elementare - ricorda oggi - Poi ho fatto una scelta di vita: diventare geologo".

In primavera, a distanza di poco più di dodici anni da quel giorno, conseguirà la laurea triennale in Geologia all’Università La Sapienza di Roma. Dino si specializzerà proprio nella prevenzione dei danni dei terremoti e sabato racconterà la sua esperienza ai ragazzi che, a Campobasso, parteciperanno alla convention promossa dal Consiglio nazionale dei Geologi e dell’Associazione vittime universitarie de L'Aquila per lanciare il Piano prevenzione dei terremoti.

Terremoto a San Giuliano di Puglia | Foto Infophoto

Ha preso questa decisione per "difendere il territorio, per difendere i cittadini e portare la geologia in tutte le case, farla conoscere per far capire a tutti cosa è il georischio, cosa è un terremoto. Tutti devono conoscere, sapere e tutti hanno diritto ad essere informati. Allo stesso tempo dobbiamo far comprendere l’importanza di tutelare e valorizzare anche il grande patrimonio geologico italiano. In Italia abbiamo il mondo".

Dino oggi vive a Roma e, come tanti giovani italiani, non nasconde le ansie per il suo futuro professionale: "Purtroppo credo che dopo gli studi sarò costretto ad andare all’estero. Ma sono italiano e vorrei rimanere in Italia. Vorrei che ci dessero finalmente la possibilità di fare i geologi in patria, difendere il territorio, i cittadini. Abbiamo grandi ricercatori che purtroppo anche nel campo della geologia sono costretti a lavorare all’estero".

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