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Lunedì, 29 Aprile 2024
SENTENZE

Vietato imporre il divorzio se il coniuge cambia sesso

Sentenza storica della Cassazione: la separazione "imposta" alla coppia coniugata "è discriminatoria e viola i diritti umani della persona"

Il divorzio "imposto" alla coppia coniugata "che sia stata attraversata dalla rettificazione di sesso di uno dei suoi componenti" è "discriminatorio" e viola diritti fondamentali della persona. Lo sottolinea la Cassazione, rilevando che "le scelte appartenenti alla sfera emotiva ed affettiva costituiscono il fondamento dell'autodeterminazione" e "si esplicano al di fuori di qualsiasi ingerenza statuale".

Come osservano i giudici il matrimonio "è fondato in via esclusiva" sul "canone indefettibile del consenso".

LA SENTENZA - L'opzione normativa del divorzio imposto ex lege "al soggetto che si è determinato a rettificare il proprio sesso e all'altro coniuge", si legge nell'ordinanza n.14329/13, "mina alla radice lo stesso diritto all'identità di genere che la rettificazione di sesso intende riconoscere, in quanto produce l'esclusione di un'altra dimensione di pari rilievo, quella relazionale".

Dunque, "l'ingerenza statuale situata 'a monte' o 'a valle' del procedimento di rettificazione di attribuzione di sesso, consistente nell'obbligo preventivo o nell'effetto solutorio successivo sul vincolo coniugale, determina la lesione di un diritto che ha la stessa natura, ampiezza e centralità, nello sviluppo della personalità dell'essere umano, di quello all'identità di genere". Infatti, "ne risulta minato alla radice il diritto all'autodeterminazione del soggetto che intende procedere alla rettificazione di attribuzione di sesso, conseguendo a tale opzione - spiega la Cassazione - la eliminazione per il futuro del diritto alla vita familiare, realizzato mediante la scelta del vincolo matrimoniale e, dunque, dotato del massimo grado di tutela giuridica".

COMMENTI - "La sentenza della Cassazione sulla coppia che ha fatto ricorso perchè, nonostante il cambio di sesso di uno dei due non vuole rinunciare al matrimonio, rappresenta un passo avanti". Lo vivono così le dirette interessate che si sono viste accogliere il ricorso in Cassazione, lo vivono con lo stesso stato d'animo i legali che hanno rappresentato le due donne emiliane in giudizio, l'avvocato Francesco Bilotta e Anna Maria Tonioni. Spiega quest'ultima all'Adnkronos: "Abbiamo portato avanti questa causa con il sostegno scientifico. Siamo di fronte ad un passo avanti". L'avvocato Tonioni spiega che la vicenda che sarà nuovamente analizzata dalla Corte Costituzionale ma che parte da un presupposto forte in base al quale il 'divorzio imposto' dallo Stato rappresenta una negazione del 'diritto all'autodeterminazione', "ha al centro due persone che si trovavano all'interno di un rapporto matrimoniale e che sono legate da una comunione materiale e spirituale".

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