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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca Lecco

Cavalcavia crollato a Lecco, la tesi dell'esperto: "Corroso dal sale antighiaccio"

L'ipotesi sul crollo del cavalcavia che collega Cesana con Annone è di Alessandro Aronica, ingegnere e professore al Politecnico di Lecco

LECCO - Il crollo del cavalcavia sulla Statale 36, in provincia di Lecco, è stato causato dal deterioramento dovuto, in buona parte, al sale usato per sciogliere il ghiaccio nei periodi invernali. Ad ipotizzarlo, dopo aver visto il video di Anas, è Alessandro Aronica, della commissione strutture dell'Ordine degli ingegneri di Milano e docente di scienze delle costruzioni del Politecnico di Lecco.

«Da quanto si capisce dal filmato - ha spiegato Aronica, come riporta LeccoToday - è probabilmente successo che, quando il camion si è trovato col massimo peso sulla trave centrale del ponte, c'è stata la rottura dell'appoggio dove la trave trova sostegno, sulla spalla laterale. Questo è dovuto in parte al peso ma quasi certamente al deterioramento delle caratteristiche meccaniche dei materiali».

I materiali - infatti - risalgono agli anni '60/'70, periodo di costruzione (anche) del cavalcavia, che - sostiene il professore - sono «molto sensibili agli attacchi dei cloruri, dei sali buttati in inverno». Con il tascorrere del tempo - infatti - aumenta la porosità del calcestruzzo e, così, «si degrada l'armatura. A un carico di peso importante si è avuta quindi la rottura fragile del sistema».

Crolla cavalcavia sulla Statale 36 | LeccoToday

Tra le conferme alla tesi il fatto che, poco prima del disastro, sia stato segnalato il distacco di alcuni calcinacci. «Questo tipo di cedimento - precisa Aronica - non segnala grandi evidenze prima, se non il distacco di detriti: l'armatura del calcestruzzo, deteriorata dal sale, aumenta di volume ed espelle lo strato esterno. I segnali di preavviso sono pochissimi: l'unico segno premonitore è proprio l'espulsione dei detriti perchè l'armatura spinge sulla calcestruzzo e la parte esterna cede». Una caratteristica tipica di quel tipo di costruzioni basate su un sistema isostatico, «che non redistribuisce la pressione e quando cede l'appoggio si ha una sorta di collasso. Come accade in molte case nei terremoti». Le analisi tecniche toglieranno ogni dubbio, ma - sostiene Aronica - la causa potrebbe essere questa e la tragedia si sarebbe potuta evitare con adeguate verifiche, tramite appositi testi, e manutenzioni.
 

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