Cavalcavia crollato a Lecco, la tesi dell'esperto: "Corroso dal sale antighiaccio"
L'ipotesi sul crollo del cavalcavia che collega Cesana con Annone è di Alessandro Aronica, ingegnere e professore al Politecnico di Lecco
LECCO - Il crollo del cavalcavia sulla Statale 36, in provincia di Lecco, è stato causato dal deterioramento dovuto, in buona parte, al sale usato per sciogliere il ghiaccio nei periodi invernali. Ad ipotizzarlo, dopo aver visto il video di Anas, è Alessandro Aronica, della commissione strutture dell'Ordine degli ingegneri di Milano e docente di scienze delle costruzioni del Politecnico di Lecco.
«Da quanto si capisce dal filmato - ha spiegato Aronica, come riporta LeccoToday - è probabilmente successo che, quando il camion si è trovato col massimo peso sulla trave centrale del ponte, c'è stata la rottura dell'appoggio dove la trave trova sostegno, sulla spalla laterale. Questo è dovuto in parte al peso ma quasi certamente al deterioramento delle caratteristiche meccaniche dei materiali».
I materiali - infatti - risalgono agli anni '60/'70, periodo di costruzione (anche) del cavalcavia, che - sostiene il professore - sono «molto sensibili agli attacchi dei cloruri, dei sali buttati in inverno». Con il tascorrere del tempo - infatti - aumenta la porosità del calcestruzzo e, così, «si degrada l'armatura. A un carico di peso importante si è avuta quindi la rottura fragile del sistema».
Tra le conferme alla tesi il fatto che, poco prima del disastro, sia stato segnalato il distacco di alcuni calcinacci. «Questo tipo di cedimento - precisa Aronica - non segnala grandi evidenze prima, se non il distacco di detriti: l'armatura del calcestruzzo, deteriorata dal sale, aumenta di volume ed espelle lo strato esterno. I segnali di preavviso sono pochissimi: l'unico segno premonitore è proprio l'espulsione dei detriti perchè l'armatura spinge sulla calcestruzzo e la parte esterna cede». Una caratteristica tipica di quel tipo di costruzioni basate su un sistema isostatico, «che non redistribuisce la pressione e quando cede l'appoggio si ha una sorta di collasso. Come accade in molte case nei terremoti». Le analisi tecniche toglieranno ogni dubbio, ma - sostiene Aronica - la causa potrebbe essere questa e la tragedia si sarebbe potuta evitare con adeguate verifiche, tramite appositi testi, e manutenzioni.