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Domenica, 28 Aprile 2024
Pedopornografia / Milano

Medici, forze armate e insospettabili nella chat con foto di bimbi violentati

Identificate 29 persone, dieci di queste sono state arrestate. Si tratta di uomini tra i 19 e i 69 anni. Tutti italiani

Membri delle forze armate, ma anche medici e professionisti, oltre a operai, studenti, pensionati e impiegati. Tutti tra i 19 e i 69 anni. Sparsi per tutta Italia. In breve: uno spaccato della società. Ed erano tutti dentro allo stesso gruppo Telegram in cui circolavano foto pedopornografiche. Sono tutti finiti nei guai nella mattinata di giovedì 23 novembre quando i poliziotti, coordinati dalla procura di Milano, hanno chiuso la loro chat dell'orrore.

L'operazione è scattata al termine di un anno di indagine. Durante questo lasso di tempo gli investigatori del Cosc della polizia postale di Milano sono riusciti ad associare nomi e cognomi a una sfilza di nickname. Il gruppo Telegram era una vera e propria vetrina dell'orrore in cui giravano "foto e video ritraenti violenze sessuali su minori, bambine e bambini in tenera età e, in alcuni casi, anche neonati", hanno puntualizzato i detective.

Secondo inquirenti e investigatori la chat aveva regole ferree ed era strutturata una vera e propria organizzazione con ruoli e compiti ben precisi. All'interno del gruppo ci sarebbero state "severe regole volte a preservarne l'anonimato" dei partecipanti. Non solo, ci sarebbero stati "ruoli e compiti ben precisi: promotori, organizzatori, partecipi". Per questo, sempre secondo i detective, si tratterebbe di "una vera e propria associazione a delinquere finalizzata ad acquisire e diffondere materiale pedopornografico", si legge nella nota.

I poliziotti hanno identificato 29 persone tra i quali due appartenenti alle forze armate in servizio nel Lazio e due medici che esercitano in Emilia-Romagna e Veneto. Dieci di questi sono stati arrestati nel corso delle attività per il possesso di ingente quantitativo di materiale pedopornografico; si tratta di persone residenti nelle città di Milano, Imperia, Rovigo, Busto Arsizio (Varese), Martinengo (Bergamo), Taranto, Vicenza, Torre Annunziata (Napoli) e Parma.

Le perquisizioni personali, locali e sui sistemi informatici, decise dalla procura Milano, hanno portato al sequestro di telefonini, tablet, hard disk, pen drive, computer e account di email e profili social. Durante gli accertamenti, inoltre, sarebbero stati trovati anche gli account utilizzati per la richiesta del materiale pedopornografico, ma anche "ulteriore materiale illecito custodito sui supporti informatici sottoposti a sequestro".

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