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Lunedì, 29 Aprile 2024
Gli arresti / Bergamo

Il mercato nero dei cani: cuccioli venduti a 4mila euro e morti subito dopo

Un'intera famiglia nei guai. I cagnolini venivano importati dall'Ungheria

Vendevano quei cuccioli come se fossero nati nella loro azienda, secondo l'accusa. E non si preoccupavano particolarmente se poi, come accaduto più volte, morivano. Un'intera famiglia - padre, madre, figlia e genero - è stata arrestata venerdì dalla polizia stradale con l'accusa di truffa e frode nel commercio per aver messo in piedi un giro illegale di compravendita di cani. Stando a quanto riferito dalla polizia stradale di Bergamo, che ha condotto le indagini, il centro del raggiro era la ditta agricola della famiglia, che è stata posta sotto sequestro insieme a 57 esemplari di cagnolini ora affidati alle cure dei veterinari di Ats Bergamo.

L'inchiesta è nata nel 2020 e si basa su una sessantina di denunce presentate dai clienti della famiglia dopo che i cuccioli appena acquistati erano morti o erano risultati affetti da gravi malattie. Gli stessi investigatori - coordinati dal pm Silvia Marchina - riferiscono del 'cinismo' della famiglia, che emerge anche da una frase intercettata: "Il cane deve essere messo in braccio al bambino così si affeziona e lo compra di sicuro".

Gli animali, stando a quanto accertato, venivano importati dall'Ungheria e poi venduti in tutta Italia - anche durante i mesi della pandemia - come nati nell'azienda agricola. Alcuni animali venivano ceduti come cani di razza ma non lo erano, così come non avevano microchip e vaccinazioni. I prezzi oscillavano tra i 1.500 e i 4.500 euro a seconda della razza. Il padre si trova in carcere, mentre gli altri componenti della famiglia sono ai domiciliari.

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