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Sabato, 27 Aprile 2024
La condanna definitiva

Ergastolo per l'assassino di Pamela Mastropietro. La madre: "La mia battaglia non finisce qui"

La Cassazione ha respinto il ricorso di Innocent Oseghale, il 38enne nigeriano condannato in via definitiva per l'assassino della 18enne romana. Commossa la madre della ragazza: "Aspettavo questo momento da sei anni, ora si accertino le altre responsabilità"

È definitiva la condanna all'ergastolo per Innocent Oseghale, il 38enne nigeriano accusato di omicidio e di violenza sessuale in relazione alla morte della 18enne Pamela Mastropietro. Lo ha deciso la quinta sezione penale della Cassazione, rigettando il ricorso dell'imputato che era già stato condannato in maniera definitiva. Due i capi di imputazione che l'uomo deve scontare: l'omicidio e la violenza sessuale. 

La ragazza era stata uccisa  il 30 gennaio di 6 anni fa. I suoi resti vennero ritrovati nel gennaio del 2018 a Macerata, lasciando un intero Paese sotto shock. La ragazza romana si trovava nella città marchigiana dal 2017 ospite di una comunità terapeutica per curare i suoi problemi di dipendenza. Il 29 gennaio 2018 si allontana dalla comunità con l’intenzione di tornare a Roma dove però non arriverà mai. Il 30 gennaio 2018 il suo corpo viene trovato fatto a pezzi e diviso in due valigie in via dell’Industria, a pochi chilometri da Macerata. E a ucciderla sarebbe stato proprio Innocent Oseghale, dopo averla drogata con eroina e averne abusato sessualmente. Poi, per disfarsi di Pamela, l'allora 33enne ne avrebbe smembrato il corpo e ne avrebbe nascosto i resti in due trolley. 

"È' ciò che mi aspettavo da sei anni. È quello che speravo, la mia battaglia non finisce qui su eventuali altre responsabilità" ha affaremato  Alessandra Verni, la madre di Pamela Mastropietro dopo la sentenza della Cassazione che ha reso definitivo l'ergastolo Innocente Oseghale. La donna è apparsa visibilmente commossa.

Ma nei giorni precedenti alla sentenza della Cassazione aveva spiegato il perché la ricerca della verità non si può fermare con questa condanna: "Ci sono due dna che non si sa di chi siano, intercettazioni nelle quali alcuni personaggi dicono che quel giorno erano nella casa, ci sono troppe cose che non tornano, ci sono tanti aspetti che meritano una risposta. E qualcuno queste risposte me le deve dare. Io le pretendo" aveva concluso la donna. 

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