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Domenica, 28 Aprile 2024
Il processo / Milano

L'omicidio di Giulia Tramontano, l'altra donna del killer: "Lui ci ha ingannato e volevo aiutarla"

Nel processo a carico del barman Alessandro Impagnatiello, parla la giovane con cui lui aveva una relazione parallela. La famiglia della vittima invoca l'ergastolo, ma lui potrebbe uscire dal carcere

Una parola che ritorna - inganni - e lacrime. È scandita dalla commozione la nuova udienza a Milano per processo a carico di Alessandro Impagnatiello, il barman accusato di aver ucciso con 37 coltellate la fidanzata Giulia Tramontano, incinta al settimo mese, il 27 maggio scorso a Senago. In aula oggi parla la donna con cui lui aveva una relazione parallela, la stessa che ha incontrato Giulia quando lei aveva scoperto la doppia vita del compagno. Ci sono anche l'imputato e la famiglia di Giulia. La sorella, sui social, torna a chiedere l'ergastolo per l'ex cognato. Lui però potrebbe non passare tutta la vita in cella anche nel caso della condanna alla massima pena.

Giulia Tramontano accoltellata al settimo mese di gravidanza

Giulia Tramontano era al settimo mese di gravidanza quando il compagno Alessandro Impagnatiello l'ha colpita con un coltello per 37 volte, poi ha tentato di bruciare il corpo e non riuscendoci lo ha nascosto. Infine ha inscenato la scomparsa della donna, andando perfino a presentare una denuncia formale. Solo dopo alcuni giorni è emersa l'atroce verità. Le indagini hanno svelato che ai danni di Giulia e del bimbo c'era stato anche un tentativo di avvelenamento col topicida.

L'omicidio di Giulia Tramontano

Parla l'amante di Impagnatiello: "Mi ha detto che Giulia era bipolare"

Lei, quella che nella tragica storia di Giulia è "l'altra donna", ha 23 anni ed è una collega di Impagnatiello, all'inizio parla protetta da un paravento. Lui è seduto in cella, con lo sguardo rivolto a terra. Solo a deposizione iniziata la giovane chiede di rimuovere il paravento rivolgendo anche lo sguardo verso Impagnatiello.

"Quando l'ho conosciuto - racconta - mi ha detto che era fidanzato, poi che si erano lasciati e che lui non voleva più stare con lei. Da dicembre del 2022 mi diceva che non stavano più insieme, che lei non abitava più a Senago. Mi ha invitato a casa sua, solo la prima volta c'erano tracce di Giulia, delle sue foto. Ho capito che lei era ancora nella sua vita quando è stato in vacanza a Ibiza, tra marzo e aprile, ho visto delle foto. Lui ha detto che era incinta ma il bambino non era il suo, ma frutto di un incontro occasionale, che lui era lì per aiutarla perché lei voleva farsi del male, voleva uccidersi ed era bipolare".

La ragazza racconta del castello di bugie di Impagnatiello: "Dall'inizio ha detto che non era il padre, io ho chiesto di vedere il test perché non gli credevo, poi ci ho creduto per un po' quando ho visto il test che mi ha fatto vedere"

Poi però viene fuori la verità, scopre che aveva falsificato il test. "Non volevo agire subito - dice ancora -  dopo avermi mentito la prima volta ho preferito aspettare per non essere ancora ingannata. Non sapendo come gestire la situazione volevo aiutare Giulia, farle capire, darle qualcosa di concreto e farle capire cosa stava succedendo".

I messaggi audio tra Giulia Tramontano e l'altra donna di Impagnatiello

Per ricostruire il rapporto tra le due donne di Impagnatiello nell'aula vengono sentiti gli audio che si sono scambiate. Risuona, per la prima volta, la voce di Giulia Tramontano. "Le ho spiegato chi fossi - dice la ragazza - e la situazione, io sono stata incinta e nei suoi panni avrei voluto sapere chi avevo a fianco. Lei mi ha ringraziato e mi ha chiesto di vederci. All'inizio ha detto di non dire niente a lui, ma lui ha scoperto che ho parlato con lei ed era incazzato, si è arrabbiato con me perché il gioco era finito. Quando ha capito che Giulia stava venendo dove lavoravamo, lui è uscito prima nonostante entrambe gli avessimo chiesto di essere presenti"

In uno degli audio si sente Giulia dire: "Pur di venire al tuo compleanno, mi ha fatto ricevere i mobili per la cameretta del bambino da sola. C'era una libreria lì, io non riuscivo a spostarli. Mi ha detto che andava a una grigliata. Ma che pezzo di m***….".

In un messaggio di testo invece la ragazza scrive a Giulia: "Ti prego salvati appena puoi. Ora voglio e devo salvare te e il tuo bimbo"

Il video del baby shower di Thiago

Il figlio di Giulia Tramontano e Alessandro Impagnatiello avrebbe dovuto chiamarsi Thiago. In aula sono state mostrate le immagini della festa per annunciare il sesso del bambino. Lo sfondo è la casa di Senago dove la 29enne verrà uccisa a coltellate. Mentre scorrono le immagini, per la prima volta Alessandro Impagnatiello alza lo sguardo, poi le lacrime.

Chiara Tramontano IG

La sorella di Giulia: "Ergastolo a vita"

"Una sola condizione: ergastolo a vita". Con una storia su Instagram Chiara Tramontano, sorella di Giulia, chiede la massima pena per Alessandro Impagnatiello. Condivide un vecchio post sui social proprio della sorella Giulia in cui scriveva: "L'uomo potrà sfuggire alla giustizia umana, non a quella divina". Chiara aggiunge: "Davanti alla corte la verità si svelerà col tempo, per Giulia, la giustizia trionferà. Non temere, la tua voce risuonerà forte, affinché il mondo sappia: l'amore non muore. Lotta con fierezza, non arrenderti, Giulia, perché vivrai per sempre".

Perché Alessandro Impagnatiello potrebbe uscire dal carcere 

La sorella di Giulia Tramontano invoca per Impagnatiello l'ergastolo "a vita". In termini tecnici si chiama "ostativo". È previsto dal nostro ordinamento solo per i reati più gravi e chi lo riceve è condannato a scontare la galera senza benefici o sconti di pena. Viene comminato di solito per reati di mafia, terrorismo, sequestri di persona. La sorte di Impagnatiello potrebbe essere diversa. Il processo, lo ricordiamo, è in corso e la sentenza è ancora lontana ma non si può escludere se anche in caso di condanna possa beneficiare di alcune attenuanti. Questo significa che potrebbe avere sconti di pena o accedere a misure alternative di detenzione. Anche chi è condannato all'ergastolo "semplice", inoltre, può usufruire di permessi premio e della libertà condizionata (se dimostra una sincera volontà di ravvedimento e di non essere più un individuo pericoloso). 
 

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