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Sabato, 27 Aprile 2024
Giustizia

Strasburgo respinge il ricorso della malata: "Non fu l'Ilva a causare leucemia"

La Corte europea dei diritti umani lo ha dichiarato inammissibile. Il ricorso riguarda Giuseppina, una tarantina affetta da leucemia, oggi deceduta. Ma Strasburgo non è colpa dell'acciaieria

La Corte europea dei diritti umani ha dichiarato inammissibile il ricorso contro l'Ilva portato in tribunale a Strasburgo da una tarantina affetta da leucemia. Non sarebbero state le emissioni dell'acciaieria a causarle il tumore e per questo quanto emesso nelle sentenze dei tribunali italiani sarebbe corretto. 

IL CASO - Il ricorso era stato presentato dai familiari di Giuseppina Smaltini, tarantina morta il 21 dicembre 2012 per una meningite che non poteva essere curata, a causa della leucemia che la affliggeva. I familiari hanno sempre sostenuto che una delle cause del tumore della donna fossero proprio le emissioni dell'acciaieria. Ma in realtà la vicenda giudiziaria è cominciata nelle aule giudiziarie italiane: il caso era già stato portato due volte davanti al tribunale di Taranto. L'inchiesta sulla morte di Giuseppina venne aperta e portata avanti finché non si giuse all'archiviazione: i magistrati ritennero insufficienti le prove di un nesso tra emissioni e malattia. 

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Anche secondo la Cedu quel tribunale agì correttamente non dando seguito alla denuncia della donna, che risale al 2009. Dopo la sua morte, il marito e i figli avevano ottenuto dalla Corte di Strasburgo la possibilità di poter continuare l'azione contro l'Italia. Nel ricorso si sosteneva che le autorità avevano violato il diritto alla vita di Giuseppina Smaltini, perché esisterebbe, secondo i denuncianti, un nesso provato di causa ed effetto tra le emissioni dell'Ilva e la leucemia contratta. La donna si era ammalata nel 2006. 

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IL RICORSO - La famiglia di Giuseppina Smaltini ha presentato il ricorso contro il governo italiano, sostenendo che la donna non era stata stata protetta dalle conseguenze sulla sua salute derivanti dalle emissioni dell'Ilva. La malattia l'ha uccisa nel 2012 e la sua agonia è durata per ben sei anni. Quando Giuseppina era ancora in vita aveva denunciato l'acciaieria, sostenendo che vi era un nesso di causa ed effetto tra le emissioni e la sua malattia.  

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