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Domenica, 28 Aprile 2024
Lo sfogo social / Roma

Incidente a Roma, il proprietario della Lamborghini: "Noi minacciati di morte"

Parla il titolare di Skylimit, la società che ha noleggiato l'auto dello youtuber Matteo Di Pietro, indagato per l'omicidio del piccolo Matteo Proietti

Avrebbe ricevuto minacce di morte, perché ritenuto indirettamente colpevole dell'incidente che mercoledì scorso a Casal Palocco, a Roma, ha provocato la morte di Matteo Proietti, 5 anni. E così, Gabriele Morabito, titolare di Skylimit, la società che ha noleggiato a un gruppo di giovani youtuber, i TheBorderline, la Lamborghini che si è scontrata con la Smart su cui viaggiava la piccola vittima, ha affidato ai social il suo sfogo.

"Tutti sanno quanto generalmente siamo attivi sui social, questi giorni di silenzio sono motivati dal forte dolore che proviamo per quanto accaduto - scrive Morabito su Facebook - Siamo scossi e addolorati della tragedia consumatasi, e il nostro pensiero è rivolto alla famiglia del piccolo. Ci rincresce constatare, però, che l'opinione pubblica sia stata fuorviata da una cattiva informazione normativa, che sta mettendo pesantemente in dubbio la professionalità e la diligenza del nostro operato". 


Il riferimento di Morabito è alle ricostruzioni secondo cui la Lamborghini affittata aveva una cilindrata troppo alta per poter essere noleggiata a un 19enne, nello specifico a Matteo Di Pietro, lo youtuber alla guida del mezzo e indagato per omicidio colposo.   "Il nostro codice della strada (nello specifico l'art. 117) permette a chi ha la patente da più di un anno di guidare qualsiasi tipo di auto senza alcuna restrizione. E noi - sottolinea il titolare di Skylimit - abbiamo effettuato i controlli per garantire il rispetto di tale condizione anche in questa occasione. Questo, ovviamente, non ci esime dal prendere le distanze e dal condannare ogni comportamento irresponsabile al vaglio delle Autorità. Ma non siamo in alcun modo co-responsabili o, peggio ancora, complici di ciò che è accaduto poiché il compito della nostra società è offrire servizi, il ruolo di educatore spetta ai genitori", aggiunge.

"Sicuramente, come è giusto che sia, il nostro problema passa in secondo piano, ma - conclude - continuare a ricevere minacce di morte nei confronti nostri e dei nostri figli, crediamo sia qualcosa di intollerabile. Colgo, infine, l'occasione per ringraziare chi, invece, ci sta dimostrando la propria vicinanza, non per partito preso, ma perché, prima di giudicare o di condannare, si è informata".

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