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Martedì, 19 Marzo 2024
LAVORO

Festival di Torino: Ken Loach difende i precari, i registi lo attaccano

A un anno dal rifiuto di Ken Loach del premio alla carriera, torna al Torino Film Festival la vertenza dei lavoratori Rear, coop che gestisce i servizi per il Museo Nazionale del Cinema. Sabato il festival chiude, ma la vertenza è ancora aperta

Il Torino Film Festival continua a essere luogo di discussione e polemica. Vi ricordate cosa era successo l'anno scorso? Per fare un ripasso si può guardare il documentario Dear Mister Loach, di Rossella Lamina e Nicola Di Lecce. In poche parole, dopo che i lavoratori della Rear erano venuti a conoscenza dei premiati del TFF per l'edizione 2012, uno di loro in particolare, Federico Altieri, aveva deciso di scrivere una lettera per raccontare la vicenda.

GUARDA IL DOCUMENTARIO CHE RICOSTRUISCE LA VICENDA

5 di essi erano stati licenziati per per essersi rifiutati di ridursi la paga, come richiesto a giugno 2011 dai vertici della cooperativa per cui lavoravano. Lo stipendio dei lavoratori era, prima delle decurtazioni, di poco più di 5 euro lordi l'ora, inferiore a quanto previsto dal contratto nazionale, ma possibile grazie al contatto dell'Unione Nazionale Cooperative Italiane (Unci). La Rear è la coop che gestisce i servizi interni e di accoglienza del Museo Nazionale del Cinema di Torino.

A rispondere alla lettera di Federico sono Ettore Scola e Ken Loach. Il regista inglese chiede a USB, il sindacato che si occupa della vertenza, di mandargli tutta la documentazione relativa a tale vicenda. Dopo aver letto tutto con l'aiuto di un traduttore convocato appositamente, Loach chiede al Museo Nazionale del Cinema di incontrare i lavoratori Rear. La risposta da parte della dirigenza è chiara: ce ne occuperemo al più presto.

Ma all'inizio della scorsa edizione del TFF del 2012 ancora non è cambiato nulla. Loach, consapevole di quello che stava succedendo, rifiuta il premio alla carriera che il Festival gli aveva offerto, destando tanto scalpore. Infine, con correttezza e discrezione tipicamente inglese, attende la fine del festival e delle polemiche sul suo rifiuto per poter incontrare i lavoratori Rear in assemblea il 6 dicembre 2012. Di nuovo torna la promessa di impegno da parte del Museo Nazionale del Cinema di Torino.

A un anno e un'edizione di festival di distanza tornano le polemiche sul caso Rear. Carlo Mazzacurati ha vinto quest'anno il premio alla carriera, quello che aveva rifiutato Loach: "Sono certo che se Loach avesse saputo che tipo di umanissima rassegna è questa, non avrebbe mai fatto quella sgarberia. La mia impressione è che gli siano stati raccontati male gli avvenimenti" ha detto. Il direttore del TFF, il regista Paolo Virzì ha anche aggiunto che "Loach sta dimostrando di non conoscere come stanno le cose" dicendosi "dispiaciuto" che il regista dia retta al Movimento 5 stelle.

Infatti è stato il movimento di Grillo a portare in Parlamento la vertenza prima dalla Camera, con Silvia Chiamenti, e poi dal Senato con  Alberto Airola, colpevoli di aver mandato la propria solidarietà. E i lavoratori torinesi anche quest'anno hanno fatto sentire la loro voce: si sono presentanti alla conferenza stampa d'inaugurazione del festival davanti all'assessore alla cultura del comune di Torino Maurizio Braccialarghe e al consigliere Michele Coppola del Pdl. Ovviamente c'era anche Virzì, che ha promesso di impegnarsi.

Pochi giorni fa la vicenda è arrivata in comune, in commissione cultura: c'erano Mauro Laus, presidente di Rear e vicepresidente della commissione cultura della regione Piemonte, e Alberto Barbera, direttore del Museo Nazionale del Cinema. Barbera ha affermato di aver aumentato le tariffe che il prestigioso museo torinese destina alla cooperativa Rear per aumentare gli stipendi: da 16,17 euro l'ora il museo ne verserà 20, a parità di costi di gestione. "Questi soldi verranno dati da Barbera a Laus e poi dovrebbero arrivare ai lavoratori. A noi non ci risulta ancora che quest'ultimo e fondamentale passaggio sia avvenuto" afferma Enzo Miccoli dell'Usb.

Intanto il 2 aprile 2013 il Museo Nazionale del Cinema di Torino è stato condannato al rimborso delle differenze salariali tra il contratto che veniva applicato da Rear ai lavoratori (Unci) e quello che invece è previsto dagli accordi nazionali, il così detto contratto multiservizi, nel caso di una delle lavoratrici che aveva fatto ricorso. A rimborsare però sarà la cooperativa e il Museo Nazionale del Cinema, durante il processo, è rimasto contumace, ovvero non si è mai presentato in tribunale. "E' un fatto grave per un'istituzione culturale di fama internazionale" dice Federico Altieri, lavoratore Rear, colui che aveva scritto la famosa lettera a Loach e Scola.

A Federico, poco dopo questa sentenza, è arrivata una lettera del ministero del Lavoro che riconosce le differenze retributive tra i due contratti e ammette che, anche nel caso di Federico, andrebbero pagate le differenze di stipendio. "Con questa anche io potrei fare ricorso e vincerei. E' il ministero del Lavoro a dirlo" conclude Federico.

Intanto il Torino Film Festival sta per concludersi e anche quest'anno i lavoratori del Museo del Cinema non hanno risolto la loro vertenza. A loro per adesso rimane la rinnovata solidarietà di Ken Loach, che coglie l'occasione per rispondere a Mazzacurati: "I lavoratori che sono stati illegittimamente licenziati dal Museo hanno riavuto i loro posti di lavoro? In caso contrario Mazzacurati sta fornendo una copertura alla dirigenza della cooperativa. Persone importanti come il regista Ettore Scola e il sindaco di Torino hanno promesso di intervenire affinché i lavoratori fossero reintegrati. Che cosa è avvenuto, miei cari signori? Mazzacurati sostiene che il festival sarebbe ‘umano’. Io credo che la vera forza e la solidarietà la dimostrino quelle persone coraggiose che si sono battute contro il comportamento duro e rigido della cooperativa e che ne hanno subito le conseguenze. Più potere a loro e all'USB!”.

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