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Sabato, 27 Aprile 2024
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Liberati i tre italiani rapiti in Mali nel 2022

Rocco Langone, la moglie Maria Donata Caivano e il figlio Giovanni Langone sono stati liberati dopo quasi due anni di prigionia: erano stati sequestrati il 19 maggio da un commando jihadista mentre si trovavano nella loro abitazione

Nella notte sono stati liberati Rocco Langone, la moglie Maria Donata Caivano e il figlio Giovanni Langone, i tre cittadini italiani sequestrati il 19 maggio 2022 nella loro abitazione alla periferia della città di Koutiala, a sud est della capitale del Mali, Bamako, dove vivevano da diversi anni. È un’area particolarmente permeata dalla presenza di miliziani jihadisti; il rapimento era avvenuto da parte di una fazione jihadista riconducibile al JNIM, Gruppo di supporto per l'Islam e i musulmani, allineata con al Qaeda, attiva in larga parte dell'Africa Occidentale. La famiglia Langone viveva a Koutiala da diversi anni, all'interno di una comunità di Testimoni di Geova, del tutto integrati.

Liberati i tre italiani rapiti nel 2022

La notizia è stata confermata attraverso una nota da palazzo Chigi: "Il rilascio della famiglia - è stato reso possibile grazie all’intensa attività avviata dall’Aise, di concerto con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, fin dall’immediatezza del sequestro, e in particolare grazie ai contatti dell'Agenzia con personalità tribali e con i servizi di intelligence locali. Nonostante la lunga prigionia, i componenti della famiglia Langone godono di buone condizioni di salute. Il loro rientro in Italia è previsto per oggi a Roma".

Il rientro a Ciampino dei tre italiani liberati in Mali (Foto LaPresse)

L'aereo con a bordo i tre italiani è atterrato alle 15.30 di oggi, martedì 27 febbraio, all'aeroporto di Ciampino, a Roma. Ad accogliere la famiglia Langone c'era il vice presidente del Consiglio e ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani. La premier Giorgia Meloni ha espresso la sua soddisfazione per la liberazione dei tre italiani dopo quasi due anni nelle mani dei rapitori: "Voglio esprimere le mie più sentite felicitazioni per la liberazione dei nostri tre connazionali sequestrati nel 2022 in Mali: Rocco Langone, la moglie Maria Donata Caivano e il figlio Giovanni. E ringraziare per lo straordinario lavoro l’Aise che, di concerto con il Ministero degli Esteri, ha consentito questo non facile risultato".

Grande gioia anche per Daniele Langone, l'altro figlio della coppia: "Vorrei ringraziare con tutto il cuore il governo italiano, l’unità di crisi, per quanto mi sono stati vicino, veramente. Posso dire che non ho dubitato un giorno che me li avrebbero riportati a casa sani e salvi. Sono l’ultimo che li aveva sentiti, un’ora prima del sequestro - ha ricordato - Oggi rivederli è stata una emozione immensa, non auguro a nessuno di passare quello che ho passato e ringrazio ancora tanto per quello che è stato fatto per me e per i miei familiari. L’Unità di crisi mi ha fatto capire sempre che stavano giorno e notte lavorando per riportarli a casa. Per ora staremo a Roma, poi si vedrà".

Testimoni di Geova, vivevano in Mali da cinque anni

Testimoni di Geova, i coniugi Langone si erano recati in Mali cinque anni prima del sequestro per andare a trovare il figlio, residente da anni nel paese. Avevano poi deciso di restare, come scelta di vita, integrandosi all'interno di una comunità esistente di testimoni di Geova. Fonti informate riferirono allora che non erano registrati all'Anagrafe degli italiani residenti all'estero (Aire). All'epoca del rapimento, il padre aveva 64 anni, la moglie 62 e il figlio 42. I Langone vivevano a Sicnina, un villaggio alla periferia della città di Koutiala, nella regione di Sikasso, 270 km a sud est di Bamako, capitale de Mali. L'area, al confine con il Burkina Faso, registra un'alta presenza di jihadisti. I tre sarebbero stato prelevati dalla loro abitazione da un commando di quattro uomini arrivati a bordo di una Toyota. A rapirli era stata una fazione jihadista riconducibile al Jnim, il Gruppo di Supporto per l'Islam e i musulmani, vicino ad al Qaeda e attivo in larga parte dell'Africa occidentale. Originari di Ruoti, in provincia di Potenza, i Longone erano emigrati in Lombardia. Un altro figlio della coppia vive in provincia di Lecco.

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