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Venerdì, 26 Aprile 2024
Bimbo morto a Ragusa

Loris, i ricordi del papà: "Veronica era perfetta, quella mattina lo aveva premiato"

Davide Stival, in una lunga intervista al Corriere della Sera, svela i suoi dieci anni di vita con Veronica Panarello, "una mamma perfetta". E racconta di quel rapporto speciale tra la donna e il piccolo Loris. Oggi, però, è cambiato tutto: "L'auto che si vede è sua, non so cosa credere"

ROMA - I ricordi gli riempiono la mente. Lampi di quella vita che sembrava perfetta, "dieci anni assieme, e mai una stranezza". Flash di quei giorni felici con quei due figli che avevano voluto, desiderato, cercato per poter finalmente cominciare la loro storia. Gioie, sorrisi, coccole, qualche arrabbiatura: tutto quello che fino a quel maledetto ventinove novembre aveva trasformato la sua vita in una vita speciale. Tutto quello che da quel giorno non potrà mai più tornare. Non sarà mai più come prima. Ha perso tutto in due settimane Davide Stival: il suo piccolo, Loris, ucciso barbaramente, e sua moglie, Veronica, che di quell'omicidio "crudele" e "senza pietà" per gli inquirenti è la responsabile. Ora nella casa di Santa Croce Camerina, piccolo paese del ragusano, restano lui e l'altro figlio, Diego, al quale con la forza e la dignità di un papà per ora ha detto che "Loris è in cielo perché ha preso l'aereo e che la mamma è in ospedale". Due bugie a fin di bene, due verità addolcite. Evidentemente non le uniche di questo incubo cominciato un sabato mattina di fine novembre. Tanto che adesso Davide, che nei primi giorni aveva difeso senza se e senza ma la sua Veronica, non sa più a cosa e a chi credere. 

"Io devo credere a quello che mi dicono gli inquirenti - dice amaro in una lunga intervista al Corriere della Sera - Quella che si vede nei filmati è la macchina di mia moglie: ma se sia stata lei, non lo so". Lo ripete come un mantra Davide Stival: non sa, forse non vuole credere che Veronica abbia potuto fare questo. Perché lei, Veronica, in quei dieci anni insieme le era sembrata una "mamma amorevole e perfetta", soprattutto con il piccolo Loris. 

"Era il suo cocco - confessa - lo aveva appena premiato. Quella mattina stessa del ventinove novembre, o forse la sera prima, Veronica aveva voluto premiare Loris, capito?, Pre-mia-re, per il dieci preso in storia. Così gli aveva dato due euro per comprarsi una carta del Dragon Ball. Sapete, le figurine? Era arrivato a novantanove, quella sarebbe stata la sua centesima carta da collezione". E se Veronica era "perfetta" con Loris, Loris era perfetto con la mamma. "Sì, era proprio bravo, mio figlio - dice con dolore il papà - Pensi che si era segnato sul calendario la data del martedì successivo, il due dicembre, perché quello era il giorno del colloquio dei genitori con le maestre. E lui si era messo a studiare di brutto, perché ci teneva a fare bella figura davanti alla mamma". 

Un rapporto speciale, insomma, quello tra Loris e mamma Veronica. Quasi simbiotico. Tanto che la stessa venticinquenne era sempre pronta a difenderlo e a fargli da scudo. "Guai assolutamente a chi le toccava Loris. Se capitava che io lo rimproverassi, che accennassi soltanto a dargli uno schiaffo, lei prendeva subito le sue difese - ricorda con dolore Davide Stival - Era il cocco di mamma - ribadisce ancora - dopo il telefonino, gli regalò anche il tablet e io le dicevo: Veronica, ma Lorys ha bisogno anche del tablet a 8 anni? Poi era bravissima in casa: a noi tutti, a me e ai due bambini, non ci ha mai fatto mancare niente. Per lei i figli erano in cima a tutto. Sempre". 

Eppure qualcosa, per la procura, quel ventinove novembre mattina è successo. Loris, a soli otto anni, è stato strangolato con delle fascette di plastica e buttato in un canale al Mulino Vecchio. Le riprese delle telecamere, gli orari, le ricostruzioni, le bugie agli inquirenti, per chi indaga sono bastate a concludere che il piccolo è stato ucciso da sua mamma. Quella stessa mamma "perfetta" per dieci, lunghi, anni. Quella mamma che, forse, nel cuore nascondeva il segreto di una depressione cominciata da bambina, dalla separazione dei suoi genitori, mai davvero sconfitta. E mai raccontata a nessuno. 

"Solo una volta mi disse che da piccola i suoi volevano portarla dallo psicologo ma lei si rifiutò - racconta Davide - Per il resto, però, in questi dieci anni di vita assieme, mai una stranezza. Anzi, dopo anni di sacrifici con il mio camion su e giù per l’Italia e anche all’estero, lei mi diceva - confessa - che adesso, a gennaio, finite di pagare le rate della macchina, avrei potuto cercarmi un lavoro qui, in Sicilia, per stare più insieme tutti noi. Eravamo una coppia unita. Una famiglia unita". Che adesso, purtroppo, non c'è più. 

Andrea Loris Stival ucciso a Santa Croce Camerina | Foto Infophoto

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