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Lunedì, 29 Aprile 2024
Polvere killer / Livorno

Operaio muore per l'amianto: Fincantieri condannata a risarcire la famiglia con 650mila euro

Il tribunale di Livorno ha condannato Fincantieri a risarcire la famiglia di un carpentiere, deceduto a 71 anni a causa di un mesotelioma pleurico causato dalla lunga esposizione all'amianto

La famiglia di Giancarlo V., un operaio livornese deceduto a Cecina nel settembre del 2009 per un mesotelioma pleurico, dovrà essere risarcita con 650mila euro da Fincantieri. Per 37 anni l'uomo aveva lavorato come carpentiere all'allora cantiere navale Luigi Orlando in un contesto in cui "l'amianto avvelenava praticamente ogni comparto" come sottolineato dall'Osservatorio nazionale. Una lunga e continua esposizione che ne ha causato la morte a 71 anni. Il tribunale di Livorno ha accertato la responsabilità di Fincantieri, che dovrà riconoscere alla vedova, che percepirà anche la rendita spettante ai superstiti con le prestazioni aggiuntive del Fondo Vittime Amianto, un risarcimento di oltre 350mila euro, e quasi 300milla euro alla figlia del lavoratore, assistite dal presidente dell'Osservatorio Nazionale Amianto, avvocato Ezio Bonanni.

Come detto, per quasi 40 anni Giancarlo V. aveva lavorato come operaio presso lo stabilimento di Livorno di Fincantieri Spa (prima denominato Cantiere navale Luigi Orlando), svolgendo le mansioni di carpentiere-saldatore e montatore, sia in officina che a bordo delle navi, sempre a contatto con quella sostanza che lentamente lo ha avvelenato. Fin dagli anni ‘60 l’asbesto era infatti onnipresente nei cantieri navali, e per i lavoratori era inevitabile "l’incontro ravvicinato" con le sottilissime fibre di asbesto che si trovava nelle coibentazioni, nelle tubature, nelle pareti, nel vano motore, nonché nelle cuccette delle navi militari e civili. "Dalla perizia del consulente tecnico d'ufficio - spiega Ona in una nota - è emerso che l’uomo aveva manipolato amianto friabile in locali privi di impianti di aerazione senza le mascherine e tute monouso, dispositivi che avrebbero potuto evitargli l’inalazione delle polveri, ed è stato quindi riconosciuto il nesso tra esposizione e insorgenza del mesotelioma".

"Il decreto volta le spalle alle vittime"

Nella medesima nota, l'Osservatorio Nazionale Amianto ha criticato il decreto del governo sul tema che, sembra aiutare più le aziende che le vittime dell'amianto: "L'esito processuale rappresenta un passo significativo verso la giustizia per le vittime di amianto, ma il tentativo di porre termine a un triste capitolo di morte si scontra tuttavia con un decreto ministeriale datato 5 dicembre 2023, firmato dal Ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, e dalla Ministra del Lavoro, Marina Calderone, nel quale lo Stato italiano sembra voltare le spalle alle vittime dell'amianto, regalando alle aziende responsabili di morti e malattie professionali, fino a 20 milioni di euro del Fondo vittime di amianto, originariamente creato come mezzo per incrementare gli indennizzi a favore delle vedove dei lavoratori deceduti. Una sorta di rimborso che sembra favorire chi ha seminato morte attraverso l'esposizione all'amianto".

"In un cortocircuito che fa rabbrividire, la normativa si trasforma in un meccanismo di benefici per le aziende già condannate: un paradosso della beneficenza inversa. È un decreto chiaramente illegittimo perché il fondo è per le vittime e non per le aziende, non c’è cumulabilità tra fondo e risarcimento - commenta Bonanni - Se confermata si tratterebbe di un'aberrazione giuridica che combatteremo come associazione, anche perché non siamo stati interpellati e quindi è stata anche un’operazione poco trasparente".

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