La scelta di Dino, malato di Sla: è morto facendosi addormentare
Dino Bettamin aveva provato in tutti i modi a combattere la Sla, ma quella che era ormai costretto ad affrontare non era più vita. Almeno, non per lui. L'ex macellaio 70enne di Montebelluna (Treviso) ha chiesto e ottenuto la sedazione profonda, per morire a casa, nel suo letto: "La sua è stata una scelta consapevole"
Si è addormentato per sempre ieri pomeriggio. Dino Bettamin aveva provato in tutti i modi a combattere la Sla, ma quella che era ormai costretto ad affrontare non era più vita. Almeno, non per lui. L'ex macellaio 70enne di Montebelluna (Treviso) aveva chiesto la "sedazione profonda", per morire a casa, nel suo letto.
L'incubo era iniziato cinque anni fa, con la dignosi di Sla. Era arrivato a pesare meno di 40 chili, poi grazie al suo coraggio e alla sua forza d'animo era tornato a pesare 62 chili ed era tornato a uscire, a vivere.
Ha lottato fino all’ultimo contro la Sla. Poche settimane fa però un nuovo peggioramento, e la situazione era diventata insopportabile. Bettamin non ha chiesto l’interruzione delle cure e dell’alimentazione forzata, a suo tempo invocata da Piergiorgio Welby, da Max Fanelli anche in una lettera alla presidente della Camera Laura Boldrini, e dal trevigiano Paolo Ravasin.
La Guardia medica ha accolto le richieste di Dino Bettamin e ha aumentato la dose di sedativo nella flebo, poi il protocollo è proseguito con altri farmaci, senza però mai spegnere il respiratore proprio come da disposizione precisa dell'uomo, perché aveva il terrore di morire soffocato. Ieri pomeriggio il suo cuore ha smesso di battere. Al suo fianco, fino all'ultimo, la moglie Maria.
Il suo è il primo caso di "sedazione profonda" somministrata a un malato di Sla. Chi gli è stato accanto in famiglia conferma che la sua richiesta di rinunciare al dolore con un sonno senza risveglio era frutto di un pensiero consapevole, elaborato nel corso del tempo, mentre le sue condizioni di salute peggioravano inesorabilmente.
