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Martedì, 30 Aprile 2024
Cronaca Napoli

Il questore di Napoli, Giuliano: “La camorra è un tumore, non bisogna smettere di parlarne”

Queste sono state le parole pronunciate nella giornata di oggi dal questore di Napoli nel corso del suo intervento alla celebrazione del 170° Anniversario della fondazione della Polizia di Stato

“Questa è una terra affascinante e ricca, a cui non si renderebbe giustizia sminuendo le sue straordinarie bellezze, ma nemmeno sottacendo le complessità e i grandi problemi che la affliggono, primo fra tutti la criminalità organizzata. Voglio dirlo anche oggi qui, che la camorra è un tumore di cui non si deve mai smettere di parlare, anzi se ne dovrebbe parlare di più e non solo da parte dei cosiddetti addetti ai lavori. Tutti dovremmo essere addetti ai lavori su questo tema”. Queste sono state le parole pronunciate nella giornata di oggi dal questore di Napoli, Alessandro Giuliano, nel corso del suo intervento alla celebrazione del 170° Anniversario della fondazione della Polizia di Stato nel Museo nazionale ferroviario di Pietrarsa. "La camorra è un cancro su cui non deve essere abbassata la guardia - aggiunge il questore - sia perché impoverisce questa meravigliosa terra, sia perché si nutre a sua volta della povertà materiale ed educativa, della marginalità, della mancanza di prospettiva e addirittura della mancanza di speranze", conclude.

Parole importanti che, ora, devono concretizzarsi in qualcosa di diverso

Le parole del questore Giuliano, senza ombra di dubbio, fanno piacere e riempiono di speranza il cuore di tutti coloro che credono fortemente che il Sistema possa essere combattuto e anche sconfitto. Parole certamente importanti che sottolineano – qualora ce ne fosse bisogno – una forte e indiscutibile scelta d'impegno per Napoli. Adesso, però, è giunto il momento di concretizzare queste parole. È giunto il momento di assistere alla più ovvia delle conseguenze: mettere la lotta alla camorra al centro della discussione politica. Questa, senza ombra di dubbio, rappresenterebbe la vittoria più importante di tutte.

Occorre una “task force dell’istruzione”

La camorra è un cancro sociale, non occorreva neanche che – a ricordarcelo – fosse il questore di Napoli. E Napoli, in questo momento, rappresenta l’unica città europea che porta dentro di sé un tale cancro di cui non si contiene lo sviluppo. Lo Stato, la magistratura, la polizia, ci provano mettendo le manette ai polsi dei grandi vecchi della criminalità organizzata. Un lavoro importante, sicuro, ma che da solo non basta. I vecchi sono stati immediatamente rimpiazzati dai giovani. Freschi criminali alla frenetica ricerca del potere e dell’affermazione individuale. Questo, però, non può essere un destino ineluttabile. Per interrompere lo sviluppo di questo cancro serve la scuola. Un progetto diverso e del tutto nuovo: una “task force dell’istruzione”. Un impegno straordinario ma il cui peso può e deve essere indirizzato verso la scuola. Gli istituti napoletani, in fondo, hanno sempre portato sulle loro spalle il peso di un contesto sociale negativo che non ha pari in nessun’altra città. Seguendo la strada giusta, si può rovesciare questo dogma nocivo. Seguendo la strada giusta, si può sfruttare l’innata curiosità dei ragazzi e mostrargli, finalmente, che anche Napoli può garantire una prospettiva diversa dalla criminalità.

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