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Domenica, 28 Aprile 2024
La minaccia / Reggio Emilia

Costretta alle nozze combinate: "Se non ti sposi fai la fine di Saman"

Il nuovo caso a Novellara, in provincia di Reggio Emilia, il paese in cui viveva la 18enne pakistana uccisa nel 2021. Stavolta la vittima è una 20enne, che si opponeva al matrimonio con un parente imposto dal padre. Disposto il divieto di avvicinamento e braccialetto elettronico per l'uomo e per la compagna, entrambi accusati di maltrattamenti 

"Se non ti sposi fai la fine di Saman". Queste le minacce rivolte a una ragazza di soli 20 anni dal padre, che l'aveva costretta alle nozze combinate. Un caso che arriva da Novellara, in provincia di Reggio Emilia, proprio il paese in cui viveva la 18enne pakistana uccisa nell'aprile del 2021. Secondo quanto ricostruito dalle forze dell'ordine, la giovane viveva nella stessa casa con il padre, la moglie del padre e i fratelli nati dal secondo matrimonio del padre, mentre la madre naturale sarebbe stata uccisa in Pakistan quando lei era appena nata.

Le indagini dei carabinieri hanno permesso di portare alla luce le condizioni in cui era costretta a vivere la giovane, poco più che 20enne:  la ragazza non era libera di uscire di casa, di cercarsi un lavoro, di avere contatti con il mondo esterno, di proseguire gli studi interrotti proprio in occasione dell’esame di terza media per volontà del padre. Le dicevano che era musulmana e che per questo doveva tenere comportamenti adeguati, inoltre le dicevano di non fidarsi degli assistenti sociali ai quali, di recente, la ragazza aveva detto che il padre le aveva prospettato di partire per un viaggio in Pakistan.

Un viaggio che faceva paura alla ragazza perché nel 2021 era stata costretta dal padre a contrarre matrimonio a distanza con un suo cugino, che lei riteneva essere il figlio dello zio responsabile dell’omicidio della madre. La vicenda seguita dai servizi sociali da diverso tempo ha visto quindi anche i carabinieri della stazione di Novellara procedere nei confronti del padre 52enne, e della 37enne madre acquisita, entrambi di nazionalità pakistana, in ordine ai reati di maltrattamenti in famiglia e per il solo padre in relazione anche al reato di costrizione o induzione al matrimonio. La Procura reggiana, diretta dal Procuratore Capo Calogero Gaetano Paci, ha immediatamente richiesto ed ottenuto dal gip del Tribunale di Reggio Emilia, l’applicazione nei confronti dei due coniugi, della misura cautelare del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla vittima, e l'obbligo per i due di indossare il braccialetto elettronico.

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