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Lunedì, 29 Aprile 2024
la tragedia / Viterbo

Omicidio in carcere, un detenuto è stato strangolato dal compagno di cella

A nulla è valso l'immediato intervento del personale di polizia penitenziaria e sanitario

Omicidio nel carcere Mammagialla di Viterbo. Un detenuto è morto in seguito a un probabile strangolamento da parte del suo compagno di cella. La tragedia si è consumata ieri sera, martedì 19 dicembre, intorno alle 22, e la dinamica è ancora tutta da accertare. Sono in corso le indagini delle forze dell'ordine, con il contributo degli agenti di polizia penitenziaria. 

Stando a quanto riportato da ViterboToday, tutto sarebbe nato da una lite scoppiata per futili motivi e sfociata poi in una aggressione. È in questi frangenti che il detenuto 21enne, T.K., bulgaro, si sarebbe avventato contro il compagno di cella, 49enne italiano, stringendogli le mani al collo. Inutili i tentativi del personale di polizia penitenziaria per salvare la vita all'uomo: il 49enne è morto per asfissia. Le indagini sono in corso. Eseguito anche un sopralluogo e rilievi nella cella dove si è consumata la tragedia.

In mattinata dal sindacato Uspp Lazio è stato diffuso un comunicato. "Solo lo scorso 13 dicembre, abbiamo rappresentato la gravità in cui versa il carcere di Viterbo all'amministrazione penitenziaria, che servono urgenti misure di supporto a un servizio che vede una carenza di personale che non permette alcun livello di sorveglianza dei ristretti facendo venire meno anche ogni possibilità d'intervento in casi come purtroppo vede il gravissimo fatto di ieri sera. - dichiara Daniele Nicastrini Segretario regionale USPP Lazio, facendo seguito alla notizia - Quanto accaduto purtroppo è così grave che dovrebbe suscitare sdegno anche ai vertici dell'amministrazione, trovare urgenti misure per frenare questo gravissimo declino, altri omicidi sono avvenuti in Italia e anche nel Lazio come a Velletri. Siamo stanchi, parlo a nome dei miei colleghi che operano all'interno del carcere viterbese - conclude Nicastrini - in un servizio sulla quale per il numero delle unità presenti soprattutto nei turni serali e notturni, una unità per centinaia di detenuti, pone un serio problema che può portare anche alla morte e le responsabilità non sono le nostre".

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