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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca Torino

Ucciso con un chiodo in fronte, la svolta dopo 11 anni: "Vendetta per un furto"

Il corpo di Giovanni Marco Chisari venne poi bruciato e gettato in un fosso nei pressi del quartiere Villaretto di Torino, il 15 marzo del 2012. Adesso il fascicolo sul delitto è stato riaperto: indagati due fratelli

I carabinieri e la procura di Torino starebbero per risolvere l'omicidio di Giovanni Marco Chisari, il 28enne trovato morto la mattina del 15 marzo 2012 con un chiodo piantato in fronte e il cui corpo (trovato con le mani legate con del fil di ferro) venne chiuso in un sacco di nylon e poi dato alle fiamme e venne ritrovato in un fosso a bordo strada vicino alla cascina Santa Cristina di Borgaro Torinese, al confine con il quartiere Villaretto di Torino. Nella giornata di ieri, giovedì 23 febbraio 2023, nell'ufficio del procuratore aggiunto Dionigi Tibone, che ha riaperto un fascicolo sul delitto, è stato interrogato un 40enne torinese, vigile del fuoco volontario, assistito dall'avvocato Antonio Mencobello. È accusato di omicidio volontario e distruzione di cadavere. Indagato, solo per il secondo reato, anche il fratello.

L'uomo sarebbe il genero di un italiano residente a Torino a casa del quale la vittima avrebbe commesso un furto. Secondo gli investigatori, Chisari sarebbe stato ucciso per punizione. "Dal nostro punto di vista - dice TorinoToday l'avvocato Mencobello - si tratta di indagini ancora esplorative, non mi sembra che ci siano cose ancora pregnanti almeno in questo momento. Il mio cliente si dice del tutto estraneo a questa vicenda, non ci sono elementi neanche per dire che lo conoscesse. Pur abitando nello stesso quartiere, lui ha lavorato sempre e lavora. Ha sempre dato poca confidenza a chiunque".

La ricostruzione degli investigatori (a cui è arrivata una lettera anonima che ha portato alla riapertura delle indagini), naturalmente tutta da accertare, è che i due fratelli avrebbero convocato Chisari in un parco a Torino per chiedergli spiegazioni sul furto commesso a casa del suocero. Poi quest'ultimo sarebbe stato pestato e infine ucciso solo da uno dei due, mentre il secondo (che verrà ascoltato negli ultimi giorni, sempre come indagato) avrebbe partecipato al trasporto e alla distruzione. 

"Non eri un santo - aveva scritto su Facebook all'epoca Cassandra Chisari, sorella della vittima, che era stata identificata tramite un braccialetto con la scritta 'Marco' - ma non ti meritavi questo. Adesso non posso più toccarti, abbracciarti sentire la tua voce, non ti vedo più. Mamma mia eri il mio unico pensiero te eri il mio sangue e ora mi hai lasciato sola! Chi ti ha fatto questo deve pagare ma non con la morte: devono soffrire".

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