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Sabato, 27 Aprile 2024
La vicenda / Roma

Pensionato ucciso in casa: in manette la badante e il compagno (e c'è un atroce sospetto)

Due arresti per l'omicidio di Luigi Panzieri avvenuto il 6 aprile del 2022 a Guidonia Montecelio. A distanza di pochi giorni dal delitto, il 51enne finito in carcere avrebbe accompagnato la compagna in un negozio di casalinghi facendole acquistare dell'acido muriatico. L'ipotesi è che volesse spingere la donna a suicidarsi

Rapinato in casa e ucciso a coltellate. A trovare Luigi Panzieri esanime sul pavimento, riverso in un lago di sangue, era stata la figlia dell'uomo allertata dal portiere dello stabile. A più di un anno dal delitto, avvenuto il 6 aprile del 2022 in un appartamento di Colleverde di Guidonia, alle porte di Roma, si stringe il cerchio sui presunti responsabili dell'omicidio. Nelle scorse ore la polizia ha infatti arrestato una 47enne, badante della vittima, e il convivente della donna, un uomo di 51 anni, entrambi romani. L'ordinanza di custodia cautelare è stata emessa dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Tivoli.

La rapina a casa di Panzieri

La coppia è gravemente indiziata dell'omicidio pluriaggravato dell'81enne residente a Colleverde, frazione di Guidonia Montecelio. Le indagini della polizia, coordinate dalla procura di Tivoli, si erano subite concentrate sulla collaboratrice domestica dell'uomo e il suo compagno. I due, sfruttando il rapporto lavorativo della 47enne, avrebbero ammazzato il pensionato con un'arma da taglio per derubarlo di oggetti preziosi.

Dalla casa di Panzieri erano spariti vari anelli d'oro e una catenina, oltre a un libretto smart e una Postepay. Gli inquirenti hanno accertato che subito dopo il colpo vennero effettuati prelievi per 700 euro, motivo per cui i due arrestati dovranno rispondere anche del reato di indebito utilizzo di carte di credito. 

Dopo i prelievi bancari, la badante sarebbe tornata a casa della vittima e, nel tentativo di precostituirsi un alibi, aveva suonato al citofono del pensionato fingendosi sorpresa per la mancata risposta. La 47enne avrebbe quindi allertato il portiere dello stabile che a sua volta aveva chiamato la figlia dell'uomo. 

Grazie alle testimonianze raccolte gli investigatori hanno accertato diverse incongruenze sulla versione fornita dalla donna alla polizia dopo l'omicidio. Elementi che hanno poi permesso di attribuire gravi indizi di colpevolezza anche nei confronti del 51enne compagno della donna. 

Il sospetto degli inquirenti: l'uomo avrebbe istigato la donna al suicidio

Come spiega RomaToday, dalle indagini è l'atteggiamento manipolatorio del 51enne, descritto dal giudice per le indagini preliminari di Tivoli come un uomo dotato di "personalità controllante" e "dispotica". Approfittando della sua relazione intima con la badante avrebbe infatti provato in tutti i modi a nascondere le sue responsabilità, spingendo la donna ad auto accusarsi dell'omicidio di Panzieri. Secondo gli inquirenti, i due avrebbero tentato di coinvolgere anche una fantomatica terza persona, fornendo nel corso del tempo versioni discordanti sull'accaduto e sui loro alibi. 

Non solo. A distanza di pochi giorni dal delitto, l'uomo avrebbe accompagnato la compagna in un negozio di casalinghi facendole acquistare dell'acido muriatico. L'ipotesi degli inquirenti è che pur di guadagnarsi l'impunità dall'omicidio abbia cercato di convincere la donna a suicidarsi. Un piano che come spiega il gip aveva architettato per "garantirsi il silenzio dell'unica persona che l'avrebbe potuto collocare sulla scena del crimine con il giusto ruolo". Un proposito che non è riuscito a portare a termine per cause che secondo gli inquirenti sarebbero indipendenti dalla sua volontà. 

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