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Sabato, 27 Aprile 2024
la richiesta inascoltata / Trento

Litiga con la vicina e la uccide a colpi di accetta: lei aveva chiesto l'attivazione del Codice rosso

L'ultimo atto di una lunga serie di liti è sfociata nel dramma: lei, infermiera, aveva già chiesto aiuto ma inutilmente. Lascia un figlio di 30 anni e la madre

Una lunga serie di litigi tra vicini di casa è sfociata in un feroce omicidio: Mara Fait, infermiera in pensione di 63 anni, è stata uccisa a colpi d'accetta alla testa, davanti alla madre inerme. Succede a Noriglio, frazione di Rovereto, centro della Vallarsa in provincia di Trento. Il 48enne Shehi Zyba Ilir dopo il delitto si è costituito ai carabinieri e ha confessato: oggi, sabato 29 luglio 2023, l'uomo si trova in carcere a Spini di Gardolo di Trento. Eppure, la donna aveva chiesto aiuto. 

L'ennesimo litigio, poi il raptus: l'omicidio di Mara Fait a Rovereto

L'omicidio si è consumato nella serata di ieri, venerdì 28 luglio 2023, a Noriglio, una piccola frazione all'ingresso della Vallarsa. Poche strade racchiuse in una valle stretta in cui tutti conoscono chi abita accanto. Shehi Zyba Ilir, operaio di origine albanese, abitava da tempo nella palazzina e i conflitti con Fait andavano avanti da alcuni anni.

Venerdì sera, la donna stava rientrando a casa, in via Fontani, con l'anziana madre sottobraccio: sarà lei l'unica testimone oculare dell'omicidio. L'uomo aveva appena finito un lavoro nell'orto e stava tornando al condominio con l'accetta in mano. Il figlio 30enne della vittima si è affacciato dalla finestra solo in un secondo momento, quando ha sentito le urla. Ha visto il corpo di sua madre disteso per terra e si è precipitato in strada. Nessuno dei vicini ha assistito alla scena.

Shehi Zyba Ilir, appena commesso il delitto, si è allontanato. Ha prima gettato l'arma nei cespugli e poi si è diretto alla caserma di carabinieri di Rovereto, è entrato e ha confessato ai militari di aver appena ucciso la vicina di casa.

Mara Fait aveva chiesto il Codice rosso: le indagini

Esasperata dalle ripicche e dalle minacce del vicino di casa, Mara Fait aveva chiesto l'attivazione del "Codice rosso", il programma di tutela delle donne e dei soggetti deboli che subiscono violenze, atti persecutori e maltrattamenti. Richiesta che, secondo i legali dell'infermiera è rimasta inascoltata. Secondo gli avvocati la domanda è stata archiviata dopo 7 giorni, con la motivazione che "è compromessa l'attendibilità complessiva della Fait in quanto la vicenda viene ricondotta in un più ampio teatro di contrasto di vicinato condominiale".

In più, la donna aveva denunciato l'uomo per aggressione lo scorzo marzo. Da quanto è emerso dagli accertamenti condotti dai carabinieri l'uomo, da anni abitava uno dei cinque appartamenti della palazzina di via Fontani davanti alla quale è avvenuto l'omicidio. Gli altri quattro appartamenti sono di proprietà della vittima.

Dalle prime indagini degli investigatori è emerso che i rapporti tra l'uomo e Mara Fait da tempo erano difficili e conflittuali, con frequenti litigi e dissidi che sono sfociati nel tempo anche in reciproche azioni legali. Quello che è successo venerdì sera verso le 20.30 non è però ancora del tutto chiaro.

C'è stata l'ennesima discussione e poi l'uomo, che ha raccontato di essere esasperato, ha colpito la vicina alla testa. Agli inquirenti il 48enne ha indicato il luogo, dove si era liberato dell'arma, e ha detto di non ricordare bene cosa sia successo, solo di non "aver capito più nulla". La Procura di Trento ha disposto l'autopsia sul corpo di Mara Fait.

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