Operai Ast bloccano l'Autostrada del sole: "Da qui non ce ne andiamo"
I lavoratori delle acciaierie ternane hanno invaso e bloccato per quattro ore le carreggiate della A1 a Orte. Gli operai ai poliziotti: "E' una cosa seria, da qui noi non ce ne andiamo"
ROMA - Dall'ambasciata tedesca all'autostrada del sole. Non si ferma la protesta degli operai di "Acciai speciali Terni", che mercoledì pomeriggio - dopo un'assemblea in mattinata - hanno deciso di invadere e bloccare pacificamente per quattro ore l'A1, all'altezza del casello di Orte. Poco dopo le tredici, un centinaio di lavoratori ha superato a piedi il casello e ha bloccato la carreggiata in entrambi i sensi di marcia. Solo dopo ore di trattative e tentati accordi, verso le diciassette la strada è stata liberata.
Sul posto è intervenuta immediatamente la polizia, che ha cercato una mediazione. Ma i lavoratori hanno inizialmente rifiutato l'ipotesi di "sgombero": "E' una situazione seria - hanno replicato - non stiamo a giocare e non ce ne andiamo". "Siamo venuti qui a manifestare. La polizia ci ha detto che la protesta deve essere limitata, vediamo che succederà", ha detto Claudio Cipolla, segretario della Fiom Cgil di Terni.
Inevitabili, naturalmente, i disagi alla circolazione. La polizia stradale ha istituito l’uscita obbligatoria in entrambi i sensi di marcia: ad Attigliano per chi è diretto verso sud e a Magliano Sabina - con rientro, in entrambi i casi, a Orte - per il traffico in direzione nord. Alle 15.40 tra Orvieto e Attigliano, in direzione Roma - informa Autostrade per l'Italia - si è formata una coda di circa cinque chilometri, mentre verso nord la fila è ormai salita a otto chilometri.
Non è la prima volta che i lavori Ast, ex gruppo ThyssenKrupp, protestano contro il piano aziendale che prevede circa cinquecento cinquanta esuberi. Il ventinove ottobre erano stato gli stessi operai, guidati dalla Fiom Cgil, a protestare sotto l'ambasciata tedesca a Roma per poi cercare di arrivare al ministero dell'Economia. Proprio il cambio di percorso, e sembra alcune incomprensioni, avevano provocato una reazione degli agenti che la Cgil aveva etichettato come "violenta" e "senza un perché". Il giorno dopo il presidente del Consiglio Matteo Renzi aveva ricevuto una delegazione di lavoratori a palazzo Chigi e aveva promesso massimo impegno per la risoluzione della vicenda.