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Sabato, 27 Aprile 2024
Cronaca Italia

Gli 007 avvertono: "Non solo jihadisti, esplode il radicalismo interno"

La relazione dei servizi segreti lancia l'allerta per il rischio della presenza di terroristi infiltrati tra i migranti provenienti in particolare dai porti di Tunisia e Algeri. "Attenzione ai cyber attacchi per condizionare le elezioni"

A Palazzo Chigi il direttore generale del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, Alessandro Pansa ha presentato con il presidente del consiglio Paolo Gentiloni la Relazione annuale dei servizi segreti che fotografa i rischi per il sistema paese non solo in vista delle prossime elezioni politiche ma in un orizzonte più largo legato alle minacce mai sopite del terrorismo jihadista e del revanscismo dell'estrema destra.

Pansa, direttore del Dis, presentando le attività dei servizi, ha portato l'attenzione alle minacce legate alla nuova società digitale e in particolare sulle attività di spionaggio portate a termine da "attori di tipo quasi sempre strutturato" e che usano i frutti dello spionaggio "nelle loro attività e negoziazioni", aggiunge Pansa.

Nel 2017 i gruppi hacktivisti continua a rappresentare la minaccia più rilevante con il 50% degli attacchi a fronte del 14% riferibili a gruppi di cyber-espionage ma il 36% delle incursioni di cyberspionaggio è rimasto senza un attore identificato.

Spionaggio, elezioni a rischio hacker

Il pericolo più grave, secondo i servizi segreti italiani, viene dalla diffusione online di informazioni per condizionare l'orientamento ed il sentiment dell'opinone pubblica "specie allorquando queste ultime sono state chiamate alle urne".

In particolare secondo la relazione del Dis "tali campagne hanno dimostrato di saper sfruttare, con l'impiego di tecniche sofisticate e di ingenti risorse finanziarie, sia gli attributi fondanti delle democrazie liberali (dalle libertà civili agli strumenti tecnologici più avanzati), sia le divisioni politiche, economiche e sociali dei contesti d'interesse, con l'obiettivo di introdurre, all'interno degli stessi, elementi di destabilizzazione e di minarne la coesione".

"Difendere lo spazio informatico è difendere il nostro territorio nazionale. La difesa dai rischi per la sicurezza informatica è la difesa dell'Italia". ha spiegato il presidente del consiglio Paolo Gentiloni.

Il Dis mette in evidenza come gli attacchi informatici sfruttano spesso "tecniche di impersonation, che hanno consentito all'attaccante di acquisire credenziali di accesso a caselle di posta elettronica (sia istituzionali che private), riferibili spesso a figure apicali di aziende e Amministrazioni di rilevanza strategica".

"Mentre in passato, l'inoculazione del malware prevedeva l'interazione con il titolare dell'account di posta elettronica (che veniva spinto a cliccare su un link o ad accedere ad un allegato infetto), oggi la sola apertura dell'email è in grado di infettare la postazione colpita in modalità completamente stealth".

Allarme jihadisti: i lupi solitari fanno paura

Il direttore generale del Dis, Alessandro Pansa ha posto l'attenzione come già dal 2008 l'azione dei servizi segreti ha attenzionato i cosiddetti "lone terroris", i lupi solitari che ancor oggi rappresentano la maggior minaccia per l'Italia nell'ambito del terrorismo di matrice jihadista. 

Secondo l'intelligence sono i clandestini provenienti dalla Tunisia e dall'Algeria quelli a maggior rischio per la "contaminazione" di elementi jihadisti. "Rispetto agli arrivi dalla Libia - si legge nella relazione - quelli originati dalla Tunisia e dall'Algeria presentano caratteri peculiari: sono entrambi essenzialmente autoctoni e prevedono sbarchi "occulti", effettuati sottocosta per eludere la sorveglianza marittima aumentando con ciò, di fatto, la possibilità di infiltrazione di elementi criminali e terroristici". 

Libia, l'Isis si sta riorganizzando

"Nonostante la caduta nel 2016 di Sirte, Daesh non è stato espiantato dalla Libia". Lo scrivono gli agenti italiani nella relazione del Dis in cui si evince come i miliziani jihadisti appartenenti al gruppo che si rifà al califfato dello Stato Islamico in Siria e Iraq si sarebbero ridislocati in altre aree della Libia per riorganizzare i propri ranghi. "Il nostro Paese - sottolinea il Dis - rimane esposto soprattutto ai riflessi delle fibrillazioni nel Mediterraneo allargato". 

Radicalismo non solo islamico: esplode il disagio sociale

L'intelligence mette in guardia anche dai "rischi del radicalismo interno". Secondo la relazione del Dis infatti occorre evitare che "la reazione violenta al disagio sociale oppure la pratica violenta dell'estremismo politico non sfoci nel germe della eversione interna".

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"Dobbiamo tenere alta la guardia: quel rischio non può avere le caratteristiche che aveva in passato ma non può essere dato per superato una volta e per sempre" ha spiegato il premier Paolo Gentiloni.

"La destra radicale ha dimostrato un dinamismo crescente con la nascita di nuove sigle cui aderiscono soprattutto fasce giovanili che appare alimentato dal tentativo di gruppi d'area di intercettare le istanze nazionaliste e i sentimenti di insofferenza verso la presenza extracomunitaria, istanze e sentimenti che trovano numerose parallele espressioni in ambito europeo".

Secondo i servizi segreti è in aumento il pericolo "di contaminazioni e di forme emulative rispetto a circuiti esteri a più marcata connotazione oltranzista così come quello di azioni xenofobe di forte impatto legate a pur sempre possibili incidenti di percorso nella convivenza con le realtà immigrate, specie in aree e contesti dove sia già presente un diffuso disagio sociale".

Italia esposta alla dipendenza da idrocarburi

Nella relazione sulla politica dell'informazione per la sicurezza a cura del Dis un intero capitolo riguarda la "sicurezza energetica nazionale, che - scrivono gli esperti dell'intelligence - resta esposta, in ragione della strutturale dipendenza dall'estero nel settore degli idrocarburi, alla volatilità dei prezzi ed alle incognite legate alle situazioni di instabilità nelle aree di approvvigionamento". 

La nuova guerra assimmetrica

I servizi segreti citano quella che è una vera e propria rivoluzione nella dimensione delle minacce non più ad imputare a Stati nazione ma "all'affermarsi di attori non statuali in grado di rapportarsi da una posizione di forza a Stati e Governi, che superano spesso per potere e capacitò finanziarie. Si tratta di una varietà di attori, leciti ed illeciti, tutti caratterizzati da una pronunciata dimensione transnazionale, la cui crescita globale è coincisa temporalmente con il ridimensionamento delle potenze mondiali tradizionali e con un appannamento crescente della credibilità e della tenuta delle leadership a livello di singoli Paesi". 

Gentiloni alla Relazione annuale dei Dis

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