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Sabato, 27 Aprile 2024
Il Caso

Salernitana-Nocerina, la verità di chi c'era: "Nessuna minaccia, bugie infamanti"

La difesa degli ultras e di una città intera. Un tifoso nocerino a Today.it: "Nessuno si sarebbe mai sognato di minacciare dei ragazzini. Abbiamo chiesto un gesto contro il sistema, nient'altro"

ROMA - Qualcuno si è limitato, per fortuna, alla cronaca: un derby mai giocato davvero. Altri hanno "leggermente" esagerato parlando di "minacce di morte", in realtà mai dimostrate. Altri ancora hanno già chiuso il processo e individuato i colpevoli: i nocerini tutti. Ma la gente di Nocera non ci sta. 

"Nocera è diventato il problema più grande d'Italia fra falsità giornalistiche e parole spese a caso", si sfoga Giuseppe, ultras rossonero che c'era davanti all'albergo a Mercato San Severino dove i calciatori molossi sarebbero stati minacciati. 

Giuseppe, cosa è successo davvero davanti all'albergo?

Niente di tutto quello che è stato scritto. Centocinquanta persone, fra ultras, tifosi e vecchietti, sono andate davanti all'albergo per spiegare alla squadra la nostra posizione. Cinque, sei anni fa abbiamo "abbracciato" il sistema. Ci siamo tesserati, contro tutti gli altri ultras d'Italia, perché a Nocera non abbiamo nient'altro. A Nocera il calcio è vita. Il mercoledì prima del derby il Prefetto ci ha dato l'ok per la trasferta imponendoci di organizzarla in pullman. Ci siamo attivati e grazie all'assessore allo sport Pino Alfano (a rischio Daspo) il giovedì era tutto pronto. E, infatti, la partita era stata anticipata alle 12:30 per motivi di ordine pubblico: quindi la nostra presenza era scontata. Poi, però, il venerdì arriva la doccia gelata: trasferta vietata. 

Ai giocatori cosa avete chiesto? 

Ai ragazzini, perché è di questo che si tratta, è stato chiesto di difenderci. Noi li abbiamo sempre sostenuti e applauditi, nonostante i risultati, e quel giorno toccava a loro fare lo stesso con noi. Nessuno si sarebbe mai sognato di minacciare dei ragazzetti. Abbiamo spiegato la nostra posizione alla squadra chiedendo loro un gesto forte contro il sistema. E i calciatori ci hanno promesso che lo avrebbero fatto. Magari è stato sbagliato il modo, con le simulazioni e le sostituzioni, ma era il gesto quello che contava. 

Nessuna minaccia, quindi?

Nessuna. Assolutamente. E poi se i ragazzi fossero stati minacciati secondo te sarebbero scesi in campo con la maglietta "Rispetto per Nocera"? E' assurdo. 

Dopo il discorso alla squadra in albergo siete andati a Salerno?

Nessuno di Nocera è andato a Salerno domenica. Nessuno. E' un'altra delle bugie che è stata detta e scritta. Le autorità avrebbero voluto che andassimo a Salerno, senza pullman e disorganizzati, per trovare un pretesto. Ma nessuno di noi è mai arrivato all'Arechi. 

Siete finiti su tutte le prime pagine con commenti "poco dolci" e la vostra storia è diventata l'emblema del "calcio ostaggio degli ultras". Quanto c'è di vero in tutto questo?

Nulla. Siamo stati insultati e offesi per cose che non sono mai successe. Il calcio è ostaggio delle televisioni, del sistema e di leggi inadeguate. Non di certo di persone per cui il calcio è la vita. 

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