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Sabato, 27 Aprile 2024
Il giallo

Sara Pedri, gli ispettori del Ministero nell'ospedale dove lavorava la 31enne scomparsa

Della dottoressa non si hanno notizie dal 4 marzo scorso, quando è sparita da Cles, in provincia di Trento. A sollecitare l'intervento di Speranza era stato, tra gli altri, il deputato Marco Di Maio che ora chiede di fare luce "su quello che avviene nel reparto di ginecologia"

Il Ministero della Salute ha deciso di inviare gli ispettori ministeriali all'ospedale Santa Chiara di Trento dove lavorava la giovane ginecologa Sara Pedri, scomparsa nel nulla da Cles, in provincia di Trento, il 4 marzo scorso. A sollecitare l'intervento, attraverso un'interrogazione alla Camera e al Senato, erano stati il deputato forlivese Marco Di Maio insieme alla senatrice Donatella Conzatti. L'obiettivo, viene ricordato da Di Maio, "è fare luce su quello che avviene nel reparto di ginecologia. E' un aspetto cruciale per capire di più sulla scomparsa di Sara Pedri, che ci addolora e su cui continueremo a pretendere che si vada fino in fondo nella ricerca della verità".

Il giallo della scomparsa di Sara Pedri

La dottoressa, 31 anni, era arrivata all'ospedale di Trento per continuare la sua carriera dopo un percorso brillante negli studi. Il trasferimento in Trentino sarebbe dovuto essere un passo in avanti per la sua carriera, poi era stata trasferita a Cles dove però ha lavorato solo 3 giorni prima di licenziarsi. Stando a quanto hanno raccontato il fidanzato e i familiari, la donna stava attraversando un periodo di forte stress. Gli ispettori ministeriali dovranno ora verificare quali fossero le condizioni lavorative dei dipendenti dell'ospedale, viste e considerate le testimonianze dei colleghi della 31enne scomparsa.

L'auto della giovane era stata ritrovata in località Mostizzolo, a Cis, piccolo comune in provincia di Trento. Sul sedile c'era ancora il suo telefono cellulare. Il giorno prima di scomparire la ragazza si era sentita con il fidanzato, un commerciante di Cosenza, che ha raccontato il contenuto di quella conversazione. "Come ogni giorno, prima di andare a letto, le ho telefonato. Mi disse che si era dimessa dall'ospedale e che si sentiva sollevata da un peso". Poi chiusa la chiamata un messaggio su WhatsApp. "Ho fatto la doccia... ho mangiato... vado a dormire". "Ti amo" le aveva risposto il fidanzato. Un messaggio che la ragazza non ha mai visualizzato.

Gli ispettori nell'ospedale di Trento dove lavorava la 31enne

Maio è stato il primo firmatario di un atto formale presentato nei giorni scorsi alla Camera, dove è vice presidente vicario del gruppo di Italia Viva. "Non era mai accaduto che il ministero inviasse a Trento i propri ispettori - spiega il deputato - e questo va segnalato come un atto di sensibilità, che risponde alle sollecitazioni che abbiamo avanzato con gli atti formali depositati a Montecitorio e Palazzo Madama, raccogliendo le sollecitazioni di molte persone".

"La delegazione ministeriale parlerà con le persone, acquisirà materiale, raccoglierà informazioni utili per comprendere cosa succede in quel reparto dove oltre undici persone si sono dimesse in due anni - chiarisce -. L'ultima in ordine di tempo la nostra Sara Pedri, che ha lasciato l'incarico il giorno prima di scomparire. Ci stringiamo ancora una volta attorno al dolore della famiglia e degli amici di Sara, che stanno vivendo un calvario che neppure lontanamente immaginabile".

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