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Sabato, 27 Aprile 2024
Caso Stamina

Stamina, la procura fa sul serio: Vannoni accusato di truffa e associazione a delinquere

Chiusa l'inchiesta su Stamina: venti indagati, fra cui Vannoni e il presidente dell'azienda farmaceutica Medestea. Pesantissime le accuse per il fondatore di Stamina

ROMA - Associazione a delinquere finalizzata alla truffa, somministrazione pericolosa di farmaci ed esercizio abusivo della professione medica. Sono queste le pesanti accuse che la procura di Torino ha mosso all'inventore del controverso metodo Stamina, Davide Vannoni. 

Gli inquirenti questa mattina hanno chiuso l'inchiesta e hanno iscritto al registro degli indagati venti persone. Gravi le ipotesi di reato. Il fondatore di Stamina Foundation, la società che si occupa di cure con l'utilizzo di cellule staminali mesenchimali, è accusato di associazione a delinquere finalizzata alla truffa aggravata dall’essere in danno al servizio sanitario nazionale, somministrazione pericolosa di farmaci, esercizio abusivo della professione medica e di altri reati minori. 

Tra gli indagati figurano il nome di Gianfranco Merizzi, industriale e presidente dell'azienda farmaceutica Medestea, e di un membro dell'Aifa, l'associazione italiana del farmaco. 

LE ACCUSE - Secondo quanto riportato dal pm Raffaele Guariniello nell'avviso di conclusione delle indagini preliminari sul metodo Stamina, Davide Vannoni era il "capo, promotore e organizzatore dell'associazione a delinquere" che gestiva la promozione del metodo Stamina in Italia e all'estero, e "pretendeva il pagamento di somme di denaro anche ingenti da parte di disperati pazienti o familiari - costretti talvolta a ricorrere a finanziamenti e prestiti - richiedendo espressamente che nella causale del bonifico fosse indicata la dicitura 'contributi, donazioni e oblazioni erogati da persone fisiche', così aggirando i divieti di legge". 

"FALSE DICHIARAZIONI" - Secondo il pubblico ministero Vannoni pretendeva anche "la sottoscrizione di false dichiarazioni da parte dei pazienti circa la reale terapia loro somministrata, in cambio di un asserito sconto sul prezzo pattuito inizialmente" e "somministrava o faceva somministrare ai pazienti preparati senza conoscerne natura, implicazioni, potenzialità, rischi".

"PROMETTEVA LA GUARIGIONE" - Inoltre Vannoni "prometteva la guarigione o quantomeno il miglioramento della qualità della vita a pazienti affetti da gravi patologie e disperati per le loro condizioni di salute, asserendo che il 'metodo Stamina' rappresentava una terapia vincente, che avrebbe consentito un recupero della funzionalità fisiologica in misura elevata, anche mostrando filmati di presunti pazienti prima e dopo la cura".

LORENZIN - "Prendo atto del rinvio a giudizio, non provo soddisfazione nè non soddisfazione. Quello che posso invece esprimere è una grande preoccupazione per quello che è avvenuto. Sono ancora estremamente stupita di quello che è accaduto a Brescia, di come sia potuta entrare in un ospedale pubblico una sperimentazione che non era tale e non aveva neanche un brevetto". E' il commento del ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, in merito al rinvio a giudizio della Procura di Torino di venti indagati, tra cui anche Davide Vannoni, sul metodo stamina.

"CHE SIA DI INSEGNAMENTO" - "Credo che questa esperienza, a prescindere da come andrà a finire - ha sottolineato Lorenzin - debba veramente servire di insegnamento alle istituzioni scientifiche, a quelle sanitarie, al mondo legislativo e giudiziario e, se permettete, anche ai mass media. Io spero che da questa vicenda - ha proseguito il ministro - escano fuori due verità: quella scientifica che sarà cura della commissione verificare e attuare, e quella processuale, entrambe a favore delle famiglie che in questi anni hanno sofferto, atteso, avuto illusioni e speranze".

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