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Venerdì, 26 Aprile 2024
Terremoto

"In Italia un sisma ogni 15 anni ma non c'è una cultura della prevenzione"

Gli esperti: dopo il terremoto dell'Aquila sono stati fatti passi in avanti ma ci ricordiamo del rischio sismico solo quando è troppo tardi, serve un approccio diverso

Decine di morti e interi paesi distrutti: l’Italia si trova ancora una volta a fare la conta dei danni provocati dal sisma che ha devastato il Centro Italia. Dal terremoto di San Giuliano del 2002 che ha causato 28 morti, di cui 27 bambini, alla tragedia del 2009 che ha raso al suolo l’Aquila: "In Italia si verifica un sisma di magnitudo superiore a 6.3 ogni 15 anni in media. Ciò dovrebbe spingere ad una maggiore cultura della prevenzione sismica e della protezione civile", ha dichiarato all’Agi Fabio Tortorici , Presidente della Fondazione Centro Studi del Consiglio Nazionale dei Geologi.

Secondo Mario Tozzi, geologo e noto divulgatore scientifico in tv, "l'Italia è arretrata come il Medio Oriente: in un paese avanzato una scossa di magnitudo 6 non provoca crolli e vittime".

Ma cosa dovrebbe fare in concreto il governo per prevenire disastri come quello che ha colpito il Reatino? "Qualcosa lo Stato sta già facendo - spiega a Today Adriana Cavaglià del Consiglio Nazionale dei Geologi - Dopo il terremoto dell’Aquila, ad esempio, sono stati stanziati dei fondi (a cui è possibile accedere tramite apposti bandi) destinati alle zone ad alto rischio sismico per mettere in sicurezza gli edifici, sia pubblici che privati. Si tratta di un contributo importante ma c’è ancora tanto da fare: in Italia non c’è una cultura per la prevenzione del rischio sismico. Ci si ricorda dei terremoti solo quanto avvengono mentre bisognerebbe agire 'in tempo di pace', non solo a ridosso degli eventi sismici".

Qualcosa è stato fatto, ma evidentemente non basta. "Il problema vero è che non ci sono dati certi sulla vulnerabilità sismica delle abitazioni, dunque non è possibile fare neppure una stima dei costi che servirebbero per mettere in sicurezza il territorio". Costi che comunque, inutile sottolinearlo, sarebbero elevatissimi.

"Noi geologi da tempo chiediamo almeno di istituire un ‘fascicolo del fabbricato’ nel quale vengano indicate le caratteristiche costruttive di ogni abitazione e tutti gli interventi successivi che potrebbero aver compromesso la stabilità della struttura". Com’è avvenuto nel 2002 a San Giuliano? "Esattamente, dove ci furono 28 vittime, di cui 27 bambini".

Dalla scuola di San Giuliano allo studentato dell’Aquila fino all’ospedale di Amatrice, anch’esso messo ko dal terremoto. Com’è possibile? "Purtroppo queste cose non dovrebbero accadere, e l’ordinanza di cui parlavo - entrata in vigore dopo il terremoto dell’Aquila - non ha risolto la situazione". Inutile nascondersi, insomma, "molti edifici pubblici di importanza strategica non sono ancora sicuri".

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