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Domenica, 28 Aprile 2024
Il raggiro / Caserta

La maxi truffa dei finti collaboratori sportivi per i bonus Covid: 100 indagati

Al centro dell'indagine della guardia di finanza un'associazione di calcio giovanile. Per l'accusa amici e parenti erano stati assunti con contratti fasulli per avere i sussidi. Sequestro da 400 mila euro

Amici e parenti "arruolati" nel ruolo di collaboratori sportivi senza avere capacità o competenze, ma solo per potere acceder ai bonus erogati nel pieno della pandemia Covid come indennizzo per chi non poteva lavorare a causa del lockdown. Questa la maxi truffa da 400 mila euro scoperta dalla guardia di finanza di Caserta. Cento persone risultano indagate. È stato emesso un decreto di sequestro di conti correnti riconducibili a tutti gli indagati per un importo pari al valore del presunto raggiro.

L'inchiesta è partita da alcuni accertamenti eseguiti dalle fiamme gialle su un'associazione sportiva dilettantesca (Asd) di Macerata Campania, che aveva fatto incetta di bonus durante il Covid.  

L'associazione era attiva nel calcio giovanile e dilettantistico. L'enorme numero di collaboratori sportivi dichiarati ha insospettito i finanzieri. Quando il titolare, un uomo di 41 anni, ha chiesto e ottenuto da Sport&Salute il sussidio per circa 100 collaboratori, producendo altrettanti contratti di assunzione relativi agli anni 2019-2020, sono scattati precisi controlli. Gli investigatori hanno analizzato le chat tra il titolare e i beneficiari del bonus e hanno perquisito la sede dell'associazione passando al setaccio una corposa documentazione.

Secondo l'accusa i contratti erano falsi e retrodatati. Il titolare è accusato, insieme al genitore di tre ragazzi che frequentavano il corso di calcio, di avere avvicinato tra il 2020 e il 2021 "amici e parenti convincendoli ad associarsi con tessere che riportavano una data precedente a quella del tesseramento per apparire come dipendenti impegnati in mansioni nell'associazione del tutto fantomatiche". Nell'Asd c'era un numero di allenatori, massaggiatori o addetti alla segreteria, del tutto sproporzionato rispetto all'attività svolta, e ai finanzieri questa circostanza non è sfuggita. Peraltro nessuno dei cento indagati, secondo quanto accertato dalla Procura e dalla guardia di finanza, ha mai svolto alcuna attività. Dalle indagini è infine emerso che il bonus sarebbe stato spartito al 50% tra il titolare dell'Asd e il beneficiario.

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