rotate-mobile
Domenica, 28 Aprile 2024
Le cose da sapere

Buste paga più pesanti, ma gli aumenti non spettano a tutti: chi viene beffato

La riduzione del cuneo fiscale cesserà di avere effetti sopra i 35mila euro, la riforma dell'Irpef potrebbe non portare benefici sopra i 50mila

Il combinato disposto di riforma dell'Irpef e taglio al cuneo fiscale avrà un effetto positivo sugli stipendi degli italiani, ma il beneficio non sarà lo stesso per tutti i contribuenti, anzi sopra una certa soglia di reddito sarà praticamente nullo. Cerchiamo di capire il motivo, iniziando ad analizzare il provvedimento che riduce i contributi previdenziali trattenuti in busta paga.

Cuneo fiscale: il paradosso dei 35mila euro

Con la finanziaria il governo ha confermato uno sgravio contributivo, tutto a beneficio dei lavoratori, pari al 7 per cento per i redditi fino a 25 mila euro, e del 6 per cento per i redditi fino a 35 mila. Ciò vuol dire che sopra la soglia dei 35mila euro lordi la decontribuzione cessa di avere effetto.

Il risultato, come aveva già segnalato l'ufficio parlamentare di bilancio (Upb), è che per un euro in più in busta paga se ne possono perdere anche 1.100. Chi ha un reddito da lavoro superiore a 2.692 euro lordi al mese - poco meno di duemila euro netti - resta dunque escluso dal beneficio. Inoltre, si legge nella relazione dell'Upb, "l'incremento della retribuzione di un solo euro oltre la soglia comporta, all'uscita dalla prima fascia, una riduzione dello sconto (e quindi una riduzione del reddito disponibile) di circa 150 euro". Anche sopra i 25mila euro di reddito lordo dunque la decontribuzione risulta meno vantaggiosa, anche se la vera e propria beffa arriva per chi ha uno stipendio superiore a 35mila euro. In quest'ultimo caso l'effetto in busta paga è infatti piuttosto importante. 

Un altro aspetto che andrebbe chiarito è che il taglio al 'cuneo' è una misura già in essere, dunque a gennaio non bisogna aspettarsi incrementi sullo stipendio (che arriveranno, è vero, ma solo per effetto della sforbiciata all'Irpef). Lo scontro contributivo è stato infatti già applicato dalla seconda metà del 2023 ed è stato ora prorogato per tutto il 2024. La misura dunque non ha carattere "strutturale", ma temporaneo. 

Riforma dell'Irpef: come aumentano i redditi e chi viene beffato

Sul fronte dell'Irpef il governo ha confermato il taglio delle aliquote che dal 1° gennaio 2024 scenderanno da 4 a 3. Va da sé che a differenza della misura sul cuneo fiscale, la riforma degli scaglioni comporta vantaggi fiscali per tutti i contribuenti (pensionati compresi) e non solo per chi ha un reddito da lavoro. Secondo le nostre stime un lavoratore o pensionato con un reddito di 20mila euro lordi, dovrebbe risparmiarne 100 all'anno, e dunque poco più di 8 euro al mese. Per chi ha un reddito di 25mila euro il vantaggio fiscale sarà invece di 200 euro annui (poco meno di 17 euro al mese), mentre per i redditi superiori a 28mila euro sarà pari a 260 euro.

Reddito  Vantaggio fiscale annuo (al netto di detrazioni e deduzioni) 
Fino a 15mila Fino a 75 euro per l'aumento della no tax area (solo per i lavoratori) 
20.000 100 euro
25.000 200 euro
28.000 e redditi superiori  260 euro

Fino a 15mila euro il vantaggio fiscale sarà determinato dall'aumento della no tax area per i redditi da lavoro che viene innalzata fino a 8.500 euro, come quella già in vigore a favore dei pensionati. Un'altra boccata d'ossigeno per i lavoratori sotto i 15mila euro arriverà dall'incremento della detrazione per il lavoro dipendente che viene portata da 1.880 a 1.955 euro. 

Brutte notizie invece per chi ha un reddito superiore ai 50mila euro: in questo caso il vantaggio fiscale derivante dalla riforma delle aliquote rischia di essere azzerato. Il motivo? Sopra la soglia dei 50mila euro il decreto varato dall'esecutivo prevede un taglio lineare di 260 euro alle detrazioni al 19%, escluse solo quelle relative a spese sanitarie, donazioni liberali a favore di onlus, enti religiosi, del terzo settore e partiti politici, nonché polizze anti-calamità. Chi beneficia di detrazioni fiscali che non sono in questo elenco dunque dovrà pagare una somma pari a 260 euro che di fatto neutralizza i benefici della riforma fiscale. 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Buste paga più pesanti, ma gli aumenti non spettano a tutti: chi viene beffato

Today è in caricamento