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Domenica, 28 Aprile 2024
I conti in tasca

L'aumento in busta paga fino a 200 euro per il taglio (parziale) del cuneo fiscale

A chi spetta e a quanto ammonta la sforbiciata ai contributi decisa nel decreto lavoro: l'esonero varrà il 7% per i dipendenti che hanno una retribuzione non superiore a 25mila euro annui (comprensivi di tredicesima), mentre per i redditi fino a 35mila euro il taglio sarà al 6%. Ecco tutto quello che c'è da sapere

Nei prossimi mesi la busta paga di alcuni lavoratori dipendenti sarà più pesante rispetto al solito, grazie al taglio parziale del cuneo fiscale: la sforbiciata ai contributi decisa nel decreto lavoro porterà quasi 200 euro in più nelle tasche degli italiani, da qui a fine anno. Il cuneo fiscale è la somma delle imposte che impattano sul costo del lavoro: in sostanza è la differenza tra quanto un dipendente costa all'azienda che lo assume e quanto lo stesso dipendente incassa in concreto, al netto delle tasse, in busta paga. In Italia questo valore è da sempre molto alto con effetti tangibili sul potere d'acquisto. In termini pratici, il taglio del cuneo fiscale previsto dal decreto lavoro inciderà sulla quota di contributi a carico dei lavoratori dipendenti, aumentando così l'importo che essi si troveranno in busta paga.

L'esonero sarà fino al 7% per chi ha una retribuzione non superiore a circa 25mila euro annui comprensivi di tredicesima, mentre per i redditi fino ai 35mila euro il taglio sarà pari al 6%. Il taglio del cuneo fiscale ha valenza fino al 31 dicembre 2023. Il governo ha definito la misura "prioritaria" nella sua agenda economica, e si è impegnato a trovare ulteriori coperture nel bilancio per una sua proroga a tempo o strutturale.

A comunicare i dettagli è stato l'Inps, con il messaggio numero 1932 del 24 maggio scorso, dove si spiega che "per i periodi di paga dal 1° luglio 2023 al 31 dicembre 2023 l'esonero sulla quota dei contributi previdenziali per l'invalidità, la vecchiaia e i superstiti a carico del lavoratore, determinato ai sensi dall'articolo 1, comma 281, della legge 29 dicembre 2022, n. 197 è incrementato di 4 punti percentuali, senza ulteriori effetti sul rateo di tredicesima. Resta ferma l'aliquota di computo delle prestazioni pensionistiche". I soggetti beneficiari del bonus previsto dalla legge di bilancio 2023 e successivamente modificato dal decreto lavoro sono coloro i quali abbiano rapporti di lavoro dipendente e quelli in stato di apprendistato. Sono invece esclusi i cosiddetti lavoratori domestici, che non sono considerati tra i beneficiari del taglio del cuneo fiscale.

Il taglio del cuneo era già stato previsto nella legge di bilancio 2023, con possibile sforbiciata di 2 punti percentuali, a condizione che la retribuzione imponibile, parametrata su base mensile per tredici mensilità, non vada oltre i 2.692 euro; o di 3 punti percentuali, a condizione che la retribuzione imponibile, parametrata su base mensile per tredici mensilità, non ecceda l'importo mensile di 1.923 euro. Difatti, per i dipendenti che abbiano un reddito fino a 1.500 euro, il bonus in busta paga dovrebbe permettere di risparmiare, e quindi trovarsi in più, circa 60 euro mensili. Come ricorda il messaggio dell'Inps, l'esonero non riguarderà la tredicesima.

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