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Domenica, 28 Aprile 2024
Rc auto

Più di 2 milioni e mezzo di automobilisti guidano senza assicurazione

Signorini (Ivass): "Premi diminuiti del 30% ma ancora troppo alti". Le proposte

Sono ancora molti gli automobilisti che guidano l’auto senza assicurazione. Stiamo parlando di 2,58 milioni di persone, pari al 6% del totale dei veicoli (43 milioni, di cui 32 milioni sono auto). A rivelarlo il presidente dell'Ivass, Luigi Federico Signorini al Workshop "Experience ratings in insurance markets: Theory and Evidence", convegno sulla riforma del bonus-malus nella assicurazione Rc auto.

"Sebbene sia difficile ottenere statistiche affidabili e precise sul tasso di violazione si stima che circa il 6% dei conducenti non sia effettivamente protetto dall'assicurazione obbligatoria. Poiché i danni causati dai conducenti non assicurati e insolventi possono essere coperti da un fondo di solidarietà pagato dagli assicuratori, il costo intrinseco si riflette in ultima analisi nei premi e quindi grava sui conducenti rispettosi della legge", ha ricordato Signorini.

Rc auto, Signorini: "Premi diminuiti del 30% ma ancora troppo alti"

Parlando di premi Signorini ha detto: "Storicamente, l'assicurazione auto è sempre stata più costosa in Italia che in altri Paesi europei. Tuttavia, nell'ultimo decennio i premi sono diminuiti in modo significativo (-30%, in termini nominali)". Vi hanno contribuito diversi fattori:

  • l'aumento della concorrenza;
  • la riduzione del numero di frodi;
  • l'introduzione di una banca dati comune dei sinistri gestita dall'Ivass che consente di individuare modelli sospetti e di effettuare controlli incrociati sui sinistri potenzialmente fraudolenti.

L’Ivass suggerisce l’experience rating

I prezzi però "sono ancora troppo alti in Italia". "Credo che si possa legittimamente affermare che gli automobilisti onesti e prudenti ricevano oggi, in media, un trattamento migliore rispetto al passato. Nonostante ciò, le lacune rimangono. Sia il premio medio che il costo medio dei sinistri sono ancora più alti in Italia rispetto agli altri principali Paesi europei". "I prezzi delle polizze – ha aggiunto il presidente dell’Ivass - dovrebbero riflettere l'effettiva rischiosità dei conducenti e premiare una guida prudente", magari attraverso un experience rating, un indice che misura ad esempio il numero di infrazioni al codice della strada, la gravità dei sinistri con colpa, il tempo di permanenza in una classe di merito, per migliorare l'equità dei premi. "Ovviamente, non è l'unico strumento possibile; altri potenziali strumenti di condivisione/mitigazione del rischio sono le franchigie, le tariffe basate sul chilometraggio, l'obbligo di un sistema che blocchi l'accensione in caso di consumo di alcol (l'alcohol lock) e molto altro".

La replica di Assoutenti

"Che I'Ivass sia 'l'anatra zoppa' delle autorità di controllo e di vigilanza è fatto noto e nuovamente confermato dalle dichiarazioni pro-assicurazioni rilasciate oggi dal presidente (e Direttore Generale della Banca d'Italia ) Federico Signorini, al workshop "Experience ratings in insurance markets: Theory and Evidence" - scrive Assoutenti -. Il fatto che aumentino le polizze anche del 27% per chi causa un incidente è normale, perché esiste ancora il meccanismo del bonus-malus, mentre il fatto che le polizze non si riducano in misura coerente con la riduzione della sinistrosità non lo è altrettanto. Se è vero che ormai oltre 9 italiani su 10 sono in prima classe assicurativa, è altrettanto vero che i profitti della Rc auto esplodono di utili (oltre 12 miliardi di euro solo negli ultimi dieci anni), e la colpa di questa assurdità è del famigerato sistema dell'indennizzo diretto. Non si lamenti il presidente dell'Ivass se ci sono problemi con le basi statistiche per stabilire i prezzi delle polizze auto, perché tale procedura serve solo per rimescolare le carte, tarando il rischio e la base delle tariffe non su chi causa un incidente, ma su chi lo subisce - aggiunge Assoutenti - È ora di demolire tale procedura, evitando le conseguenze di contratti pieni di clausole vessatorie per i consumatori".

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