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Domenica, 28 Aprile 2024
La nuova riforma

Bonus sui contributi e taglio Irpef: chi avrà 400 euro in più (all'anno) in busta paga

Al vaglio della governo una misura che prevede la decontribuzione per le fasce di reddito sotto i 35mila euro. Novità per i pensionati: si alza la soglia della no tax area

La partita della riforma fiscale non è ancora chiusa. Se sulla rimodulazione delle aliquote Irpef la maggioranza non ha cambiato idea, una delle ipotesi al vaglio dei tecnici del governo è quella di un taglio dei contributi di cui beneficerebbero in particolare i redditi medio bassi. Ma andiamo per ordine. Come abbiamo già visto in altri articoli, la riforma prevede una riduzione degli scaglioni da 5 a 4 con la cancellazione del prelievo al 41%. Sarà inoltre tagliata di due punti l'aliquota del 27% e di 3 punti quella del 38%. Ad avvantaggiarsene saranno soprattutto le fasce di reddito tra i 35mila e i 50mila euro annui (qui i dettagli), mentre per i redditi bassi i risparmi sarebbero piuttosto esigui. Ma tutto potrebbe cambiare con lo sconto sui contributi.

Lo sconto sui contributi nel 2022 per i redditi bassi

L'intenzione è infatti quella di stanziare 1,5 miliardi per far sì che il peso della contribuzione incida di meno sulle buste paga di chi ha un reddito inferiore a 35mila euro. Si tratterebbe di un intervento “una tantum”, non strutturale dunque ma valido solo per il 2022. L'anno successivo l'esecutivo in carica si troverebbe dunque con il problema di dover trovare altre risorse per rinnovare la misura, oppure lasciarla cadere. I dettagli sono ancora da definire, ma secondo le prime simulazioni del Sole 24 Ore il risparmio potrebbe essere di 13 euro mensili per chi ha un imponibile di 25mila euro e di 16 euro netti sui redditi di 35mila euro.

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A beneficiare del taglio sarebbero in ogni caso tutte le fasce di reddito sotto i 35mila. Ai vantaggi fiscali dovuti alla decontribuzione andrebbero ad aggiungersi quelli derivanti dalla rimodulazione delle aliquote Irpef, perlomeno per i contribuenti del secondo scaglione (che prevede una tassazione del 27%).

Risparmi fino a 400 euro all'anno per i redditi sotto i 400 euro

Non è tutto. Secondo la Cisl (lo riferisce il Corsera), il governo avrebbe in mente uno specifico meccanismo di décalage in virtù del quale fino a 30-35mila euro il beneficio fiscale complessivo della riforma (taglio Irpef e sconto sui contributi) possa attestarsi intorno ai 300 e i 400 euro netti all'anno per tutte le fasce di reddito. Insomma, l'impianto fiscale che il governo si appresta ad introdurre porterà dei benefici anche per i redditi bassi che erano stati un po' penalizzati dalla nuova riformulazione dell'Irpef.

Si alza la soglia della no tax area per i pensionati

Ci sono buone notizie anche per i pensionati: l'intenzione della maggioranza è infatti quella di portare la no tax area fino a 8.500 euro garantendo un risparmio sull'assegno previdenziale, mentre la soglia per i lavoratori dipendenti resterebbe fissata a 8.174.

Nuova no tax area:

  • per i lavoratori dipendenti: 8.174 euro;
  • per i lavoratori autonomi: 5.550 euro (700 euro in più di prima);
  • per i pensionati: 8500 euro 

Le nuove aliquote Irpef:

  • 23% per i redditi fino a 15mila euro;
  • 25% per i redditi fino a 28mila euro;
  • 35% per i redditi fino a 50mila euro;
  • 43% per i redditi superiori a 50mila euro.

Riforma Irpef: buste paga più ricche da marzo 2022

Le nuove misure dovrebbero entrare in vigore nei primi mesi del 2022. Nella busta paga di marzo i lavoratori dipendenti avranno l'occasione di verificare per la prima volta quanto verrà tassato il loro stipendio. Ma quella busta, stando a quanto trapelato, conterrà un conguaglio per coprire gli effetti della nuova Irpef dei mesi di gennaio e febbraio 2022. Sulla riforma dell'Irpef "la strada è positiva, anche con le scelte che abbiamo fatto sulle decontribuzioni, perchè le aliquote non dicono tutto" ha fatto sapere oggi il segretario del Pd Enrico Letta. "Ma è importante prendere un impegno politico per la continuità. Noi ci impegnamo politicamente, se saremo ancora al governo, per fare sì che la decontribuzione diventi permanente".

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