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Venerdì, 26 Aprile 2024
crisi e suicidi

Crisi, suicidi in aumento: uno ogni due giorni

Uno su due è un imprenditore; triplicati i casi tra gli "occupati". Nel 2013 sono state complessivamente 149 le persone che si sono tolte la vita per motivazioni economiche. Un anno prima erano state 89

La crisi economica morde sempre più ed è sempre più di frequente la causa scatenante dei suicidi. Nel 2013, sono state complessivamente 149 le persone che si sono tolte la vita per motivazioni economiche, rispetto agli 89 casi registrati nel 2012. Un suicidio ogni due giorni e mezzo. Secondo i dati contenuti nella Relazione 2014 del Commissariato di governo sulle persone scomparse - nella quale sono elaborati dati del Censis e dall'università degli Studi Link Campus - sale a 238 il numero complessivo dei suicidi per motivi legati alla crisi economica registrata in Italia nel biennio 2012-2013.

Nell'ultimo quadrimestre del 2013 quindi, i suicidi riconducibili a motivazioni economiche rappresentano circa il 40% del totale registrato nell'intero anno.

Un suicida su due è un imprenditore ma in un anno è raddoppiato il numero dei disoccupati suicidi. Triplicato anche quello degli occupati.

Il fenomeno non conosce più differenze geografiche: al Sud come al Nord. Persino nel Mezzogiorno dove il tasso di suicidi per crisi economica è sempre stato storicamente più basso alla media nazionale, c'è stato un aumento.

Nel 2013, il numero più elevato di suicidi per ragioni economiche si è registrato nel Nord-Ovest, che vede triplicato il numero delle vittime. Dai dati della Relazione emerge inoltre che su un totale di 500 persone scomparse che sono state rinvenute cadavere dal 2007, più di 150 sono persone che si sono suicidate. Si tratta, soprattutto, di persone scomparse in Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte e Lazio.

Anche il numero dei tentati suicidi risulta raddoppiato rispetto al 2012: sono, infatti, 86 le persone che nel 2013 hanno provato a togliersi la vita per motivazioni riconducibili alla crisi economica, tra cui 72 uomini e 14 donne, contro i 48 casi complessivi registrati nel 2011. Il numero più elevato di tentativi di suicidio si registra ancora una volta tra coloro ai quali la crisi economica ha portato via il lavoro ma anche la speranza di proseguire o ricostruire altrove il proprio percorso professionale. Seguono gli imprenditori e i lavoratori dipendenti.

La spiegazione di questo preoccupante fenomeno speciale trova una delle ragioni nella difficoltà di superare difficolta economiche che spinge verso l'isolamento e il silenzio e vede crescere il disagio sociale.

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