rotate-mobile
Domenica, 28 Aprile 2024
fine di un settore?

Licenziamenti e aumenti di prezzo: dentro la crisi di H&M

Tagli del personale e cambio al vertice del colosso svedese: in arrivo un aumento dei prezzi

Aumentare i prezzi e migliorare la qualità per sopravvivere. È questo il nuovo mantra di H&M, il marchio svedese di abbigliamento "fast fashion", che necessita di pensare a nuovi modelli imprenditoriali. L'azienda non se la sta passando affatto bene negli ultimi tempi, soprattutto a seguito delle dimissioni dell'amministratrice delegata Helena Helmersson e della concorrenza sfrenata di colossi dell'ultra fast fashion, con Shein in vetta. 

Shein e Temu: cosa paghiamo per avere tutto (quasi) gratis

Calo delle vendite e nuova strategia imprenditoriale

Il 2023 è stato un anno deludente per l'azienda fondata nel 1947 in Svezia. O meglio, l'anno scorso le vendite sono leggermente cresciute (+6 per cento), ma hanno deluso comunque le aspettative degli analisti: un calo del 4 per cento si è registrato negli ultimi due mesi, il periodo compreso fra dicembre e gennaio, nel quale solitamente le vendite aumentano trainate dal periodo natalizio. Anche nel periodo precedente le vendite non erano andate benissimo. L'azienda ha puntato il dito contro il prolungarsi della stagione calda, che ha determinato un ritardo sugli acquisti delle collezioni per l'autunno-inverno. 

Per evitare un affossamento, H&M ha deciso di posizionare al suo timone Daniel Erver, nuovo presidente e amministratore delegato, subentrando a Helmersson, che ha lasciato il gruppo dopo 26 anni, di cui gli ultimi quattro come Ceo.

Per Enver ora inizia una sfida: far superare ad H&M le pressioni di settore del fast fashion (di cui fa parte), magari rivoluzionandolo. "Il nostro obiettivo è offrire ai clienti la miglior combinazione di qualità, prezzo e sostenibilità in un ambiente di shopping attraente", ha affermato Erver in una nota, consapevole di trovarsi davanti a un cambio di interesse da parte dei consumatori. Consumatori che nel tempo sono divenuti più sensibili verso le tematiche di sostenibilità ambientale e consapevolezza economica. Questo ha avuto conseguenze non solo su H&M, ma anche sui suoi competitor come Zara, del gruppo Inditex, e Uniqlo, di proprietà di Fast Retailing.

Il taglio dei dipendenti

Ma il gruppo svedese se la passa peggio di altri importanti rivenditori di moda in tutto il mondo. Basti pensare che nel 2022, H&M è diventato il primo grande rivenditore europeo a licenziare 1500 dipendenti, al fine di ridurre i costi. In Spagna aveva già ridotto le buste paga di 400 persone nel 2021. Sempre nel Paese iberico, il gruppo chiuderà a breve 28 punti vendita (su 4.300 negozi a livello globale) e licenzierà 588 dipendenti. In questo scenario a tinte oscure, H&M deve fronteggiare ancora molte sfide interne e non solo. La nuova guida segnerà le sorti del gruppo del fast fashion?

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Licenziamenti e aumenti di prezzo: dentro la crisi di H&M

Today è in caricamento