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Sabato, 27 Aprile 2024
Tasse nel mirino

Irpef, c'è una nuova riforma in arrivo: chi avrà più soldi in busta paga

Il governo punta a ridurre le imposte per chi dichiara più di 50mila euro a partire dal 2025. Le risorse dovrebbero arrivare dal nuovo concordato preventivo

Dopo aver varato la rimodulazione delle aliquote Irpef riducendo gli scaglioni da 4 a 3 a beneficio dei redditi medio-bassi, il governo si appresta a intervenire di nuovo sul sistema fiscale. Con l'obiettivo dichiarato di "premiare" chi guadagna più di 50mila euro lordi annui, una fascia di reddito che finora non ha avuto alcun vantaggio, o quasi, dal taglio delle imposte entrato in vigore a gennaio del 2024. Per un motivo banale: se è vero che l'Irpef ha un meccanismo "a cascata", per cui ogni taglio alle aliquote più basse si ripercuote anche su quelle superiori, con il decreto collegato alla legge di bilancio il governo ha introdotto anche una sforbiciata alle detrazioni da 260 euro proprio per chi ha un reddito complessivo superiore a 50mila euro. Escludendo dal tetto i rimborsi fiscali sulle spese sanitarie, il costo delle polizze per eventi calamitosi e le erogazioni per i partiti politici.  

Si tratta dunque di un meccanismo che va a compensare il beneficio ottenuto grazie alla rimodulazione delle aliquote Irpef. Che per i redditi sopra 50mila è (o sarebbe stato) pari proprio a 260 euro. Insomma, al di là dei tecnicismi, la riforma da poco varata non ha affatto favorito i "benestanti", ma ha portato qualche denaro in più solo nelle tasche dei redditi medio-bassi. Parliamo, in questo caso, di un vantaggio fiscale di 100 euro annui per chi dichiara 20mila euro, di 250 con un reddito di 25mila euro e 260 da 28mila a salire.

Il governo ora vuole abbassare l'Irpef ai redditi medio-alti

Ora però si cambia registro. La riforma allo studio dell'esecutivo punta proprio a dare sollievo a chi oggi rientra nell'aliquota del 43%. "Il nostro obiettivo - ha fatto sapere il viceministro all'Economia Maurizio Leo, nel corso di un'audizione alla Commissione anagrafe tributaria - è ridurre la pressione fiscale perché abbiamo una pressione molto molto rilevante che in qualche modo favorisce anche l'evasione fiscale".

"Il governo - ha aggiunto il viceministro - ha già avviato la riforma Irpef con il passaggio da quattro a tre aliquote per poi successivamente avviarci a due aliquote e poi, come obiettivo di legislatura e compatibilmente con le risorse disponibili, si potrà arrivare all'aliquota unica". Nonostante la prima riforma varata dal governo Meloni abbia nei fatti accentuato la progressività del sistema fiscale, l'obiettivo finale resta dunque la flat tax. Che però, viste le ingenti risorse che richiederebbe, resta fuori portata. Per questo si procede gradualmente.

Le risorse arriveranno dal concordato preventivo

Il primo passo, ha detto Leo, sarà quello di ridurre "l'aliquota marginale del 43% che è molto molto pesante e che induce l'evasione". La nuova riforma dovrebbe vedere la luce nel 2025. Le coperture necessarie, a detta del viceministro, arriveranno dal nuovo concordato preventivo biennale che 'congela' per due anni le tasse per le imprese e dimezza le sanzioni in caso di accertamento. Il governo Meloni ha deciso di estendere questa misura (già presente) a una platea di imprese e autonomi più ampia che in passato. Una mossa con cui l'esecutivo conta di raccogliere 1,8 miliardi di euro. Che dunque serviranno ad abbassare l'Irpef ai redditi medio-alti. I dettagli della riforma però sono ancora tutti da definire. 

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