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Domenica, 28 Aprile 2024
Allarme disuguaglianze

In Italia i poveri sono sempre più poveri (lo certifica Oxfam)

Il nuovo rapporto dell'organizzazione no profit, diffuso in occasione del Forum economico di Davos, mostra un acuirsi delle diseguaglianze e bacchetta il governo italiano sulle scelte di politica fiscale "inique". Stando ai dati "la ricchezza detenuta dal 20% più povero della popolazione si è dimezzata"

Prende il via oggi a Davos, in Svizzera, il 54esimo World Economic Forum, con un focus particolare sui conflitti che rischiano di minare la ripresa economica. Ma a che punto sono le disuguaglianze economiche, nel mondo e in Italia? In occasione dell'evento, Oxfam ha diffuso il nuovo rapporto 2024 dal titolo "Disuguaglianza: il potere al servizio di pochi".

Nel report, emerge chiaramente una redistribuzione della ricchezza sempre più iniqua tra poveri e ricchi. Secondo i numeri, tra il 2021 e il 2022 - in un solo anno, dunque - la ricchezza detenuta dal 20% più povero della popolazione si è dimezzata. La quota di ricchezza detenuta dal 10% più ricco degli italiani è invece rimasta sostanzialmente stabile.

A livello mondiale, si legge nel rapporto, "La ricchezza dei cinque miliardari più ricchi al mondo è più che raddoppiata, in termini reali, dall’inizio di questo decennio, mentre la ricchezza del 60% più povero dell’umanità non ha registrato alcuna crescita. In Italia, a fine 2022, l’1% più ricco era titolare di un patrimonio 84 volte superiore a quello detenuto dal 20% più povero della popolazione, la cui quota di ricchezza nazionale si è dimezzata in un anno".

Secondo Oxfam, "oggi, agli inizi del 2024, il vero pericolo è che questa incredibile divaricazione diventi la normalità. Il potere politico e l’uso che ne viene fatto - esorta la No Profit - costituiscono una leva potentissima per contrastare o al contrario alimentare le disuguaglianze". Come ha agito nell'ultimo anno il potere politico in Italia sul fronte della lotta alle disuguaglianze?

Oxfam analizza le scelte di politica fiscale introdotte dal governo Meloni, tracciando un quadro di sostanziale disattenzione verso le principali iniquità nella redistribuzione del reddito.

Il rapporto Oxfam e il primo anno di governo Meloni: "Una riforma fiscale all’insegna dell’iniquità"

Guardando alla riforma fiscale operata dal centro-destra, secondo il report "la logica degli interventi sembra dunque perseguire l’obiettivo di individuare 35 categorie di contribuenti da privilegiare, senza offrire alcuna chiara visione d’insieme".

L'ong bacchetta il governo su equità - sia orizzontale che verticale - della tassazione. Sulla prima, si legge, "-il governo ha dichiarato intoccabili i regimi speciali (come il regime forfetario per le partite IVA e i variegati regimi di tassazione del capitale) e ne ha persino previsto l’estensione (come il regime della cedolare secca). Le scelte del Governo rischiano di esacerbare le inefficienze del sistema economico visto che l’esistenza di tanti regimi agevolativi può portare i contribuenti ad operare scelte sul proprio lavoro e sui propri investimenti legate alla sola opportunità di avere sconti fiscali" [...] "L’esistenza dei regimi fiscali agevolativi - si legge ancora - è inoltre, per definizione, contraria al principio dell’equità orizzontale del prelievo, dal momento che comporta trattamenti fiscali differenziati tra contribuenti con capacità contributiva uguale, ma che derivano reddito da fonti diverse".

Sull'equità verticale, ovvero la progressività della tassazione: "Gli stessi regimi pregiudicano anche l’equità verticale  del prelievo, beneficiando maggiormente contribuenti più facoltosi. Si pensi ad esempio agli effetti regressivi del regime della cedolare secca che, a fronte di un’emersione minima dei redditi da locazione, ha favorito in misura prevalente i titolari di redditi superiori a 75.000 euro".

Oxfam raccomanda all'Italia una serie di interventi che possano mitigare le attuali disuguaglianze. Sul fronte fiscale, l’appello è per lo spostamento della tassazione dal lavoro ai profitti e alle rendite finanziarie, l’abbandono di regimi cedolari preferenziali come flat -tax e cedolare secca, una più incisiva lotta all’evasione fiscale e un’imposta progressiva sui grandi patrimoni, considerata "un vero e proprio tabù" nonostante - si legge - "un supporto diffuso nella società - maggioritario anche tra gli elettori del centrodestra - all’incremento del prelievo a carico dei titolari di grandi patrimoni". 

Anche per quanto riguarda le politiche di lotta alla povertà, secondo l'organizzazione il governo si è distinto per "scelte poco eque ed efficienti, che rischiano di risultare poco efficaci nel contrastare un fenomeno che ha da tempo superato in Italia il livello di guardia". La raccomandazione è quella di adottare un approccio universalistico che offra a chiunque sia in difficoltà la possibilità di accedere ad uno schema di reddito minimo che sia fruibile fino a quanto persiste il bisogno. 

"Tra le cause dell’aumento delle disuguaglianze c’è la sempre minore attenzione del potere politico a questioni centrali per il benessere dei meno abbienti: la progressività delle imposte, gli aiuti per gli affitti, le politiche di inclusione lavorativa e sociale", afferma Mikhail Maslennikov, policy advisor su disuguaglianze e giustizia fiscale di Oxfam Italia. "Il governo Meloni non fa eccezione: i suoi interventi sembrano diretti a consolidare le posizioni di vantaggio dei già privilegiati"

"Presto il primo trilionario della storia"

E a livello internazionale? Dallo stesso report emerge che sal 2020 i 5 uomini più ricchi al mondo (Elon Musk, Bernard Arnault, Jeff Bezos, Larry Ellison e Warren Buffett) hanno più che raddoppiato le proprie fortune - da 405 a 869 miliardi di dollari - a un ritmo di 14 milioni di dollari all'ora, mentre la ricchezza complessiva di quasi 5 miliardi di persone più povere non ha mostrato alcun accenno di crescita.

Secondo le stime, ai ritmi attuali, nel giro di un decennio, "potremmo avere il primo trilionario della storia dell'umanità, ma ci vorranno oltre due secoli (230 anni) per porre fine alla povertà".

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